Albino, via libera al recupero dell’ex Honegger: tornerà a essere polo produttivo

VAL SERIANA. Il Consiglio comunale ha approvato il piano attuativo. Protagonisti il gruppo «Fassi» e la «Royaltex» della Val Gandino. In cambio area camper, parcheggio e fondi al Comune.

L’ex cotonificio Honegger rinascerà e tornerà a essere un polo produttivo. Il Consiglio comunale di Albino ha infatti approvato lunedì scorso il Piano attuativo in variante al Pgt con cui sono stati definiti i dettagli della trasformazione dell’area, che vedrà come protagonisti i gruppi industriali «Fassi» e «Royaltex».

Il Comune si era posto come obiettivo che l’area conservasse, almeno per il suo 40%, la sua destinazione produttiva, aprendo per la restante parte la possibilità di altri usi. Le due aziende hanno invece deciso di utilizzare l’area totalmente in termini produttivi. «Dei 46mila metri quadrati di superficie totale ne verranno utilizzati solo 33mila – ha spiegato il sindaco, Fabio Terzi –. Avevamo previsto anche possibilità diverse, ma siamo soddisfatti che la destinazione rimanga solamente produttiva».

I due imprenditori («Fassi Gru», colosso della Bassa Valle Seriana, diventato ormai gruppo mondiale, e «Royaltex», azienda tessile della Val Gandino) hanno scelto Albino per creare una nuova sede produttiva. Nel gennaio 2022 hanno acquisito l’area per una cifra di 5 milioni e 635mila euro.

«Albino città attrattiva»

«Siamo molto soddisfatti che l’insediamento torni a essere attivo e produttivo – ha dichiarato il vice sindaco, Daniele Esposito –. Oltre a “Fassi”, che ha già la sua sede vicino, anche una realtà della Val Gandino ha deciso di venire qui, come accaduto qualche anno fa con “Sinergia”. Albino si conferma attrattivo: questi insediamenti porteranno nuove assunzioni».

L’area produttiva, che risale all’Ottocento, è ferma dal 2012 e nel frattempo è diventata preda di rovi e vandali. Oltre alla soddisfazione per il rilancio dell’area produttiva, l’amministrazione potrà godere anche dei benefici di standard e oneri di urbanizzazione. «Gli standard di qualità, secondo quando previsto dal Pgt, ammontano a 30 euro al metro quadro, dunque genererebbero una cifra di 983mila euro – ha spiegato il sindaco il primo cittadino Terzi –. Gli standard di quantità, invece, dovrebbero portare alla cessione di 6.500 metri quadrati al Comune per servizi di interesse pubblico: ne useremo soltanto 2.900 circa, che verranno urbanizzati con la creazione di un parcheggio e di un’area camper attrezzata. I restanti standard non reperiti verranno monetizzati, per un totale di 360mila euro».

Oneri e standard

La cifra dovuta al Comune così si alza ulteriormente. «Arriviamo così alla cifra di circa un milione e 340mila euro – ha puntualizzato Terzi –. L’amministrazione comunale può richiedere, anziché il versamento della cifra, la realizzazione di una o più opere: il vantaggio è legato al costo dell’Iva, che il Comune non può scaricare e che così risparmierebbe».

Grazie agli oneri di urbanizzazione, invece, verranno realizzate opere per un totale di 512mila euro, che porteranno alla nascita del parcheggio, dell’area camper attrezzata per sei posti e del percorso di salita verso Piazzo. Il sindaco ha chiarito che l’accordo è il frutto di un lungo lavoro di interlocuzione con i privati acquirenti dell’area: «Si è trattato di un dialogo lungo più di un anno».

Da parte dei consiglieri di minoranza (che al momento della votazione si sono astenuti) sono arrivate alcune critiche rispetto al progetto. Simonetta Rinaldi ha sottolineato come si tratti un’area importante per la storia e la cultura della nostra città. «L’area non viene nemmeno parzialmente recuperata per un uso da parte della cittadinanza: se ci sono degli imprenditori locali che hanno pensato di investire sul territorio, andava presa in considerazione anche l’apertura a un uso pubblico, collettivo, fruibile da tutti».

Terzi ha spiegato che l’amministrazione aveva preso in considerazione il recupero di un’ala dell’ex convitto. «Abbiamo ipotizzato di recuperarne una parte e di ristrutturarla – ha detto –. Avevamo pensato a un’ala del convitto, circa il 60% della sua superficie, ma il costo per renderlo fruibile sarebbe stato troppo alto: 3 milioni e 600mila euro».

I fondi recuperati dagli standard non sarebbero stati dunque sufficienti. «Abbiamo pensato invece – ha anticipato Terzi – che vengano investiti per il recupero di Villa Regina Pacis di Comenduno, un edificio della prima metà dell’Ottocento, che ha un notevole pregio architettonico».

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