
Cronaca / Valle Seriana
Lunedì 18 Agosto 2025
«Bivacco utilizzato per le feste»: allerta
al Città di Clusone
IN MONTAGNA. Da luoghi di rifugio, che dovrebbero servire in situazioni di emergenza, a vere e proprie attrazioni turistiche, al punto che qualcuno le utilizza per organizzare delle feste: è il destino dei bivacchi delle Orobie.
Uno su tutti, del bivacco Città di Clusone, situato in Presolana, poco sopra quota 2.000 metri. La sua facile raggiungibilità ha portato sempre più i giovani ad utilizzarlo come luogo in cui passare la notte, programmando in anticipo di andarci a dormire.
La struttura, al pari degli altri bivacchi presenti sulle Orobie (il «Frattini», sul territorio di Valbondione, a metà nel tratto del sentiero delle Orobie che collega rifugio Calvi e rifugio Brunone; e il bivacco Pedrinelli, sul territorio di Carona, nei pressi del passo di Publino), nasce come «struttura di emergenza e punto di appoggio per l’attività di alpinismo ed escursionismo», fa notare la sottosezione Cai di Castione della Presolana, che ha pubblicato nei giorni scorsi un comunicato in cui denuncia il «fenomeno, in costante crescita, del loro utilizzo improprio: sono diventati, infatti, luoghi utilizzati per feste e pernottamenti gratuiti, con tutte le conseguenze del caso (abbandono di rifiuti, schiamazzi notturni, ecc)».
«Purtroppo si sta diffondendo un uso legato al divertimento anziché al riparo di emergenza, soprattutto per quelli più facilmente raggiungibili, come il Città di Clusone», ammette il presidente del Cai Bergamo, Dario Nisoli.
La libertà di utilizzo
Per pernottare al bivacco non serve nessuna prenotazione: l’accesso è completamente libero. Gli escursionisti hanno la possibilità di lasciare un’offerta per contribuire al mantenimento della struttura, così come di lasciare viveri che i futuri avventori potranno utilizzare. Ma ultimamente, all’interno della più generale esplosione nella frequentazione delle terre alte, anche i bivacchi sembrano patire le conseguenze di un approccio poco consapevole e rispettoso alla montagna.
«Il bivacco è una struttura a servizio della frequentazione della montagna, in questo caso per il pernottamento prima di salire in Presolana, non certamente per feste e bagordi»
«L’utilizzo per feste e pernottamenti gratuiti determina, non solo nel periodo estivo, un notevole movimento di persone attorno al bivacco, anche attraverso l’utilizzo di tende – riferisce ancora il Cai Castione –. Viene raggiunto anche in condizioni meteo avverse, soprattutto da persone totalmente inesperte che poi si trovano in difficoltà. Numerosi sono, infatti, gli interventi del Soccorso alpino. È un atteggiamento incivile ma anche potenzialmente pericoloso».
Il concetto viene ribadito anche da Damiano Carrara, che guida la VI delegazione orobica del Soccorso alpino: «Il bivacco è una struttura a servizio della frequentazione della montagna, in questo caso per il pernottamento prima di salire in Presolana, non certamente per feste e bagordi». Sui rischi della montagna, Carrara ribadisce che «l’itinerario per arrivare al bivacco è tranquillo, ma un cambiamento di tempo improvviso può sempre creare problemi, raccomandiamo sempre una frequentazione responsabile».
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