Hub vaccinali a pieno ritmo grazie ai volontari. A Chiuduno in 256 da tutta la provincia

C’è chi prende le ferie e nessuno chiede rimborsi.

Vanno e vengono in migliaia, al Palasettembre di Chiuduno. Donne, uomini, giovani, adulti. Giusto il tempo della tanto agognata iniezione e l’hub vaccinale, una perfetta macchina da guerra che lavora con i ritmi di una catena di montaggio, i cittadini se lo lasciano alle spalle.

Chi resta, invece, ogni giorno, sono oltre 50 volontari da tutta la provincia. Sono loro, insieme al personale sanitario dell’Asst Bergamo Est, a fare da colonne portanti della campagna di immunizzazione. Punti fermi di un centro che macina oltre mille iniezioni al giorno. Li si trova all’ingresso, a veicolare il traffico. All’interno, ad assistere e supportare i cittadini. Perfino nei box, se a a vestire i panni dei volontari sono medici o infermieri. Insomma, è un micromondo, quello dei volontari, di cui difficilmente si potrebbe fare a meno. «L’hub di Chiuduno? Bertolaso ha fatto il sopralluogo qui il 13 febbraio e il 24, esattamente 11 giorni dopo, lo abbiamo inaugurato – racconta Marco Valtulini, 33 anni, di Chiuduno, presidente della Prosettembre chiudunese, l’associazione che ha in gestione il centro fieristico -. Senza i nostri volontari, che da febbraio non hanno mai smesso di prestare servizio quotidiano, non saremmo mai riusciti a trasformare questo spazio fieristico in un centro vaccinale in tempi record. E a continuare a far filare tutto liscio anche oggi, a tre mesi dall’avvio della campagna. L’efficienza nel gestire una macchina così complessa la potevano dimostrare davvero solo i bergamaschi. E non è un luogo comune».

Complessivamente, sono oltre una cinquantina i volontari che ogni giorno, dalle 7,30 alle 22, varcano le porte del Palasettembre: di questi, una ventina sono leve della Prosettembre chiudunese, una trentina invece sono rappresentanti della Protezione civile provinciale (che opera con più gruppi provenienti dalla Val Calepio fino alla Val Cavallina) oppure dell’Associazione nazionale alpini di Chiuduno, Telgate, Grumello, Sarnico, Credaro, Villongo, solo per citarne alcune sezioni. Al loro fianco anche i volontari dell’Accademia dello sport.

Alberto Finazzi, 64 anni, della Protezione civile di Chiuduno, non lascia l’hub nemmeno quando il suo turno è terminato. «L’orologio non conta: mi piace sentirmi utile, amo fare il volontario. È una missione che sento dentro, lo faccio da quando ho 20 anni – ricorda lui, oggi in pensione dopo una vita come salumiere -. Qui all’hub sto quasi sempre al tabellone dei vaccini, così aiuto gli anziani che sentono poco e anche quelli che ci vedono poco a capire quand’è il loro turno. Mi piace aiutarli, e tranquillizzarli». Accanto a lui il suo caposquadra Michele Finazzi, 53 anni, che è pure vicesindaco di Chiuduno: «La nostra associazione ha fatto da apripista. Quando abbiamo inaugurato il centro siamo stati qui da soli per una settimana intera, poi abbiamo iniziato il passaggio di consegne con le altre associazioni». «Non c’è un solo nostro volontario che abbia mai chiesto un rimborso spese, neppure quando spetta loro di diritto - precisa Marco Colosio, coordinatore della sezione di Bergamo dell’Ana, all’hub di Chiuduno con il “suo” volontario Walter Riva, che fa parte del gruppo di Credaro -. Da inizio campagna qui sono passati già 265 volontari della nostra associazione: persone che arrivano da tutta la provincia, senza secondi fini, solo per il puro piacere di essere d’aiuto. C’è perfino chi prende ferie pur di essere qui».

Non deve prendere ferie Flaminio Donghi, 72 anni, di Nembro. L’infermiere in pensione ha risposto all’appello lanciato da Regione Lombardia per arruolare volontari da inserire fra il personale sanitario della campagna: «Sì, mi sono autocandidato – racconta lui fra un’iniezione e l’altra -, avevo già molti anni di esperienza come vaccinatore. E, soprattutto, ho conosciuto da vicino gli effetti del Covid: una delle mie sorelle è rimasta intubata per tre mesi, e non ha ancora recuperato del tutto, e mio cognato ha perso la vita».

Molte le donne che prestano servizio come volontarie al Palasettembre: ancor prima che l’hub venisse inaugurato, le si poteva vedere strofinare con olio di gomito da vendere i pannelli che sarebbero diventati ben presto pareti dei box. «Adesso facciamo turni dappertutto, compreso bar e cucina - sorride Graziella Grena, 75 anni, di Chiuduno, volontaria pure lei della Prosettembre chiudunese -. Noi ci siamo, dovunque serva».

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