Il ritorno di Giuseppe «l’australiano»: una visita a sorpresa dopo 18 anni

Legami. Di Pilato ha 91 anni e ha affrontato il viaggio per ritrovare i parenti a Gazzaniga e Osio Sotto. Parla soltanto il dialetto bergamasco di 70 anni fa.

Ha 91 anni, una salute di ferro, alle spalle una storia di emigrazione e successo: ora è ritornato a casa. Giuseppe di Pilato, classe 1931, è originario di Gazzaniga. Secondo di sei fratelli, all’età di 18 anni aveva fatto le valigie ed era partito per l’Australia, in cerca di lavoro e fortuna. Dal 2004 non rientrava più in Italia, ma ha deciso, un po’ a sorpresa, di farlo proprio in questi giorni. Dal 23 agosto è a Gazzaniga, ospite della sorella Teresa, che ha un anno in più di lui, e della nipote Anna Fattorini. «Mio zio Giuseppe era partito dall’Italia a 18 anni – inizia a raccontare Anna -. In West Australia ha lavorato inizialmente nelle miniere d’oro, dato che non conosceva la lingua inglese, poi ha rilevato un minimarket in cui vendeva un po’ di tutto e infine si è dedicato al settore contadino, acquisendo parecchi capi di bestiame. Qui si è sposato e ha avuto due figli».

Un viaggio inatteso

Il suo rientro in Italia avveniva sino a qualche anno fa all’incirca ogni quattro anni. «È tornato la prima volta per presentarci la sua famiglia – prosegue Anna -. Tornava poi ogni quattro anni per far visita alla mamma, che era del 1908. Da quando però, 18 anni fa, lei è mancata, lui non è più tornato». Una quindicina di giorni fa, un po’ all’improvviso, ha manifestato il desiderio di venire ancora una volta a Gazzaniga per far visita alle due sorelle che sono ancora in vita: Teresa, che vive a Gazzaniga, e Graziella, che abita invece a Osio Sotto. «Se dieci anni fa gli avessero proposto di fare un altro viaggio in Italia, avrebbe detto sicuramente di no – sorride Anna -. Nell’ultimo mese, invece, ha espresso questo desiderio ed è stato accontentato dalla figlia Helene: con lei ha viaggiato sino a Dubai, poi lei si è recata in Inghilterra e lui, da solo, in Italia».

Niente contanti e cellulare

Il legame con la terra lasciata più di 70 anni fa è ancora vivo. «Sin dal suo arrivo ha iniziato a chiedere a mia mamma informazioni sulle persone di Gazzaniga di cui ha ricordi: purtroppo sono quasi tutti morti – prosegue Anna -. In questi giorni di permanenza vuole andare ad incontrare le poche ancora in vita. Ha molti ricordi legati all’osteria che avevano i suoi genitori in paese: parla spesso di episodi che avvenivano lì. Ci ha chiesto, per esempio, se in occasione delle elezioni i bar verranno chiusi perché lui ricorda che quando era bambino l’osteria dei genitori doveva chiudere nel giorno delle votazioni per evitare che le persone bevessero e creassero problemi ai seggi». Giuseppe non parla italiano: si esprime solo in bergamasco. «È il dialetto di 70 anni fa – spiega Anna -. Anche io, che il bergamasco lo parlo, faccio fatica a capire e a volte devo chiedere a mia mamma di tradurre». Il tempo passato si fa sentire per Giuseppe anche nella fatica a comprendere alcune realtà. «Si rifiuta di usare le carte di credito: vuole sempre pagare in contanti. E non vuole nemmeno prendere il cellulare, nonostante sarebbe in grado di usarlo».

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