La soccorritrice: «Il ragazzo mi ha detto: servono due ambulanze, di là c’è il papà»

TRAGEDIA DI NEMBRO. Le parole della donna che per prima è arrivata nell’appartamento dove si è consumata la lite culminata nell’omicidio.

«Ho fatto sedere la signora e ho visto il sangue, e il coltello a terra sotto di lei. Il figlio era lì, fermo, ho cercato di tranquillizzarlo. Gli ho detto: “Sei un bravo ragazzo, cos’hai combinato? Non si fa così con i genitori. C’è qualcuno che possiamo chiamare?”. Lui mi ha risposto che c’era sua sorella, ha preso il cellulare e ha composto il numero, poi me l’ha passata e io l’ho fatta parlare con la mamma, che piangeva e continuava a ripetere: “Cosa faccio adesso?” e voleva vedere il marito. Io pensavo che ci fosse solo lei in casa ma quando ho detto al ragazzo che avrei chiamato un’ambulanza lui mi ha risposto che ne servivano due, perché in cucina c’era il papà».

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Il racconto arriva da dietro la porta: la donna, assistente sociale e amica di un vicino dei Lombardini, sabato sera è stata la prima a soccorrere Maria Angela Stella. Non ha dormito tutta notte, alle 2 era ancora con i carabinieri a raccontare quei terribili momenti. Parla, ma vuole restare nell’anonimato. «Sono andata in cucina e ho visto il signore steso a terra, a pancia in su, la testa tutta insanguinata. Mi sono avvicinata e ho capito che era già morto. Allora ho chiamato il 112 e ho detto di far venire due ambulanze e anche qualcuno in grado di occuparsi di una persona con problemi psichici». Nell’appartamento i segni della colluttazione: «Fotografie e soprammobili a terra, c’era tutto sottosopra. Ho avuto paura. Però adesso mi auguro che questo ragazzo venga curato, aiutato, perché non si è reso conto di quello che ha fatto».

Giuseppe dopo l’aggressione del 2009 aveva chiesto consiglio a don Giuseppe Belotti, psicoterapeuta del Conventino, parroco di Viana a Nembro. Poi il silenzio. «Veniva tutte le sere alla Messa delle 18, stava sempre seduto in fondo, non parlava del figlio ma si vedeva che soffriva per questa situazione».

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