Le Blue Mountains e poi Hollywood: «Ma non dimentico le radici seriane»

LA STORIA. Jessica Marchi, a Sydney con la famiglia a 15 anni, così da Fiorano arriva in finale a Miss World Australia. Con «The Italian Ceo» milioni di follower su Ig e TikTok.

Ci sono destini che sembrano scritti con l’inchiostro del vento, vite che attraversano oceani, che cambiano lingua e paesaggio, senza mai smarrire però il battito originario. La storia di Jessica Marchi, nata ad Alzano Lombardo trentun anni fa, sembra proprio così. È la storia di una ragazza che ha portato con sé le montagne della Valle Seriana (in Bergamasca viveva a Fiorano al Serio), attraversando prima l’oceano per raggiungere Sydney e poi il Pacifico per inseguire il suo sogno più audace: diventare attrice a Los Angeles, California.

«Non so cosa mi riserverà il domani, ma è questo il bello. Sapere che ogni mattina puoi scrivere una pagina nuova»

Era il 2009 quando la famiglia Marchi – papà Stefano, mamma Lucia e il fratello minore Eric – decisero di tentare l’avventura australiana. «Avevamo fatto un viaggio vacanza – racconta Jessica – e ci eravamo detti: proviamo un anno. Poi non siamo più tornati. Io avevo 15 anni, non sapevo l’inglese, mi sentivo spaesata. Ma quello spaesamento è diventato la mia forza». La ragazzina che inciampava tra i vocaboli divenne una giovane donna che si lasciò sedurre dalle arti performative. Canto, danza, recitazione. «Ho sempre voluto fare questo mestiere – spiega –. In Italia prendevo lezioni, ma senza possibilità concrete. In Australia invece mi sono sentita libera. Ho studiato Economia, ho lavorato, ma alla fine ho lasciato tutto. Non potevo più ignorare il richiamo: volevo diventare attrice». Le prime occasioni arrivarono sotto forma di spot pubblicitari, piccoli ruoli, un cortometraggio in un carcere. «Ero l’unica attrice, una prova durissima. Ma ho capito che avrei potuto resistere».

In finale a Miss World Australia

Nel 2021 raggiunge persino la finale di Miss World Australia, che la proietta sulle pagine dei giornali e la inserisce in circuiti internazionali. «È stato un privilegio enorme – ricorda –. Ma soprattutto ho compreso che questo Paese multiculturale mi apparteneva». A quell’esperienza unisce la beneficenza: raccolte fondi, seminari di recitazione nelle scuole, un impegno costante per i bambini più fragili. Ma la svolta inattesa arriva poco dopo, quasi per gioco. Alla fine del 2021 Jessica apre un profilo TikTok: «The Italian Ceo». «Mi ero stancata di un’industria che non accettava la mia autenticità. Ho deciso di fare qualcosa che mi rappresentasse davvero, parlando dell’Italia. Non pensavo di essere divertente, e invece i video hanno iniziato a funzionare. Mi scrivevano: “Sei spassosa, continua!”. Ho scoperto una nuova parte di me». Quel diario leggero si trasforma così in un trampolino.

Il successo sui social

Oggi Jessica conta un milione di follower su Instagram, 60mila su YouTube, mezzo milione su TikTok. Numeri che diventano occasione, vetrina, possibilità di lavoro. «Io non sono un’influencer – precisa –. Io recito. Porto i miei personaggi online: la ragazza italiana isterica, la mamma bergamasca, il papà un po’ brontolone. Questo mi aiuta a farmi vedere, e le produzioni mi scrivono. È marketing gratuito, e intanto è anche un guadagno. La gente mi riconosce per strada: “Sei quella dei video!”. È strano e bellissimo». Poi, nel 2024, l’ennesimo salto: Los Angeles. «È stata la scelta più difficile. Quando mi sono trasferita in Australia avevo la famiglia con me, qui sono venuta da sola. Ma Los Angeles è un posto speciale: tutti fanno qualcosa di creativo, c’è un’energia che ti obbliga a restare concentrata su ciò che vuoi. È il posto giusto per chi sogna di fare l’attrice. E sento che è quello giusto per me».

Il sogno di Hollywood

È un passaggio che segna la differenza tra il sentirsi promessa e il decidere di essere professionista. Sydney l’aveva accolta come adolescente, Los Angeles la mette alla prova come adulta. Il paesaggio cambia ancora: dal cielo trasparente delle Blue Mountains al traffico infinito delle highway californiane, dagli spazi aperti dell’Oceania alla città dove i sogni si contrattano nei caffè.

E Jessica cammina, con passo leggero e determinato, dentro questo nuovo orizzonte. Tra un set e l’altro, non dimentica la musica. A marzo ha pubblicato il videoclip di una sua canzone, «Empowered», interamente autoprodotto. «Ho fatto tutto io: produzione, testo, interpretazione. È stata una grande prova, e ora il video sta vincendo premi nei festival. Una soddisfazione immensa». Ma dietro le luci della ribalta restano le radici, sempre. «La mia famiglia è rimasta in Australia. Mi mancano tanto, così come gli amici, il cibo, e quella sensazione di casa che anche l’Australia mi ha dato. In Italia invece ho nonna, zii, cugini. Ci torno spesso, prendo e porto via prodotti, cibo, rivedo gli amici. L’Italia è sempre dentro di me».

Tre case, tre identità

Tre case, tre identità: la Bergamasca che custodisce l’infanzia, l’Australia che ha plasmato l’adolescenza, l’America che oggi rappresenta l’ambizione. «Australia e Italia per me sono entrambe casa. Los Angeles è il presente, ma il futuro non lo so. Vorrei restare qui ancora qualche anno, costruire la mia carriera, crescere come attrice». Il futuro è un orizzonte aperto. «Ogni giorno ho qualcosa da fare – dice Jessica –. Adesso sto lavorando su film e serie tv mentre sono in viaggio per fare un periodo di vacanza – perché da buona bergamasca, come mi ha insegnato mio padre, “lavorare duro” fa parte del mio essere. E quando tornerò girerò un nuovo progetto che non posso ancora svelare. Non so cosa mi riserverà il domani, ma è questo il bello. Sapere che ogni mattina puoi scrivere una pagina nuova».

Vista da Bergamo, la sua esperienza ha i tratti di una fiaba moderna. Una ragazza di provincia che attraversa oceani e si reinventa tre volte: studentessa australiana, attrice emergente, protagonista sui social.

«Essere sempre autentici»

Una storia che parla di coraggio, di migrazione, di identità che si moltiplicano. Non è solo l’avventura di Jessica: è l’immagine di un mondo che chiede di non restare fermi, di muoversi e reinventarsi. In lei convivono tre anime: la bambina che sognava il palcoscenico, la giovane donna che ha trovato casa a Sydney, l’artista che oggi si misura con Hollywood. Il filo che le unisce è la fedeltà alla propria autenticità. Forse è questo che la rende così riconoscibile. «Il futuro non lo conosco – conclude –. Ma so che voglio continuare a recitare. E che ogni giorno, se sei fedele a chi sei davvero, può diventare il primo giorno di un nuovo viaggio».

E allora la sua canzone, «Empowered», diventa la metafora più esatta: prendere potere su se stessi, sul proprio destino, trasformando i limiti in possibilità. È come se quella voce partita da una valle orobica risuonasse oggi tra i grattacieli californiani, portando con sé l’eco di un mondo più piccolo, fatto di oratori, amici, dialetti e affetti. Perché la storia di Jessica ci insegna che anche una ragazza della Valle Seriana può salire su un palcoscenico internazionale senza mai smettere di essere figlia delle sue montagne.

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