Lega, gli 80 anni di Bossi e gli auguri dei «duri e puri»

I suoi 80 anni li festeggerà oggi a casa, nella sua Gemonio, da sempre buen retiro di Umberto Bossi. Ma gli auguri glieli faranno dalla Bergamasca, terra che ha segnato in modo indelebile il destino (e la parabola) della Lega e del senatùr.

Tutto doveva farsi a Pontida, ma il maltempo ha suggerito di ripiegare nella vicina Cisano alla struttura polifunzionale di via Dorando Pietri dove dalle 10 alle 11,30 ci sarà un collegamento telefonico.

L’appuntamento è organizzato da «Autonomia e Libertà», associazione guidata dall’ex ministro Roberto Castelli, uno dei più vicini a Bossi nei tempi d’oro e anche in quelli difficili, ma ugualmente in buoni rapporti con il new deal leghista. Un evento che pare avere avuto anche il placet di Matteo Salvini e del partito, anche se di fatto del tutto autonomo. Inizialmente l’appuntamento era su quel pratone inventato da Bossi quando essere leghisti era considerato quasi eversivo, poi le previsioni meteo ci hanno messo lo zampino, ma è probabile che l’intervento del senatùr scalderà comunque gli animi dei suoi fedelissimi. Soprattutto quelli perplessi per la svolta nazionalista e che inseguono ancora quel sogno della Padania vagheggiato dal Carroccio dei «duri e puri».

Dopo due ictus, vari problemi di salute e il rischio Covid, Bossi ha diradato molto le uscite pubbliche, in pratica è uscito di scena, non nascondendo anche qualche malumore per l’attuale Lega. Ma del resto dopo la famosa «notte delle scope» dell’aprile 2012 alla Fiera di Bergamo, quando l’allora leader leghista passò in lacrime la mano a Bobo Maroni, travolto dai vari casi Belsito e Trota (al secolo il figlio Renzo), la musica è cambiata, e da «padre padrone» si è trovato nelle vesti di «padre nobile», o poco più. Ma comunque distante dall’attuale gestione del partito da parte di Salvini. Molto distante..

Non è comunque un caso che oggi i suoi fedelissimi si ritrovino (chi più, chi meno...) in terra bergamasca: qui c’è sì stato l’addio alla segreteria, ma anche la sottoscrizione dell’atto costitutivo del Carroccio il 22 novembre 1989, il primo Comune conquistato in quel di Cene l’anno dopo, l’invenzione di Pontida dove si divertiva a lanciare anatemi e messaggi trasversali come quello a Berluskaiser (sì, il signore di Arcore) nel 1994 e per giunta da alleati al governo. E ancora, i famosi 300mila bergamaschi in armi, sparata colossale che però ci ha di fatto appiccicato la patente di leghisti a prescindere, le notti infinite nelle feste a fumare sigari, bere ettolitri di Coca Cola, mangiare pizza, firmare quintali di autografi e cimentarsi in bizzarre e a volte astruse ricostruzioni storico-politiche che potevano durare ore. Istantanee di una vita veloce passata a macinare chilometri e comizi, 32 anni in un lampo e siamo già ad 80. Sembra ieri quando si parlava di secessione, ampolle del Po, riti celtici e altre amenità. Comunque auguri senatùr.

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