Omicidio La Spezia, convalidato il fermo del bergamasco

IN TRIBUNALE. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Massa Carrara ha convalidato il fermo del bergamasco Alfredo Zenucchi.

Il bergamasco di 57 anni, di Peia, accusato dell’omicidio della moglie Rossella Cominotti, 53 anni, avvenuto nella stanza dell’albergo di Mattarana, in provincia di La Spezia, lo scorso 6 dicembre. Il giudice ora dovrebbe confermare la propria incompetenza e passare il fascicolo alla procura della Spezia.

Domenica si presumeva anche della possibilità di nominare un perito calligrafo che possa esaminare la lettera d’addio che, secondo la testimonianza resa da Zenucchi, sarebbe stata vergata dalla Cominotti e poi firmata da entrambi.

La lettera d’addio

Lettera che è stata trovata nella camera d’albergo occupata dalla coppia e che conterrebbe anche precise istruzioni sulla volontà di non avere un funerale e sulla cremazione, oltre all’intenzione della donna di volersi suicidare assieme al marito. Ieri Zenucchi è stato visitato in carcere a Massa Carrara dal suo avvocato, Alberto Rimmaudo: «È parso dimesso nella sua reattività – ha detto il legale –, come se volesse che la vicenda avesse il suo corso senza voler lottare». L’accusa è omicidio volontario.

Proprio in merito alla lettera trovata nella stanza della coppia, una cugina di Rossella Cominotti, Nicoletta Belletti, la prima che aveva lanciato un appello social sulla scomparsa della coppia, ha chiesto di poter vedere la missiva: «Voglio vedere la lettera, conosco la sua scrittura e so come si esprimeva», ha spiegato Belletti. «Lei era solare, impossibile che pensasse al suicidio», ha aggiunto, sottolineando che il marito «invece era sgradevole». La lettera è un foglio scritto a mano, con calligrafia apparentemente femminile e che sembra essere una sorta di testamento di coppia: «Il nostro amore sarà eterno. Abbiamo fatto questa scelta che nessuno forse potrà capire», si legge in uno dei passaggi della lettera.

L’omicidio

Dai primi riscontri, Rossella Cominotti è stata uccisa con un rasoio il 6 dicembre. Dopodiché il coniuge non avrebbe a sua volta trovato il coraggio di uccidersi. Ma da chiarire ci sono ulteriori aspetti, come le siringhe e l’eroina trovate nella stanza d’albergo. Zenucchi aveva avuto a che fare con la droga fino al 2010, ma era riuscito a uscirne con l’aiuto dei professionisti di due comunità, una bergamasca e l’altra cremonese. La coppia era partita dalla loro casa di Cremona dopo aver chiuso, senza avvisare clienti e fornitori, l’edicola di Bonemerse, piccolo centro a est di Cremona: la coppia gestiva la rivendita di giornali da un anno.

I due hanno quindi soggiornato all’hotel Napoleon di Pontremoli, poi all’Hotel Doria di Lerici e, infine, alla locanda di Mottarana teatro del delitto. Dalle indagini sembra che Rossella Cominotti e Alfredo Zenucchi parlassero di morte da almeno un mese. E che avevano già provato a uccidersi, a fine novembre, proprio nell’edicola acquistata a inizio del 2023 e che potrebbe avere un ruolo fondamentale negli ultimi mesi della coppia.

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