Poca neve e temperature fuori stagione: si è sciolto il nevaio della Val Las

Ardesio La scoperta di Pierino Bigoni che ha effettuato un’escursione nella località posta sopra i mille metri di quota. «Due mesi fa c’era ancora. Peccato perché il luogo è di una rara bellezza».

È scomparso il nevaio-ghiacciaio della Val Las , posto a 1.050 metri di altitudine, ai piedi della strapiombante parete Nord del Monte Secco (Corna Giass, in dialetto), nel territorio comunale di Ardesio. La scoperta è di lunedì scorso ed è di Pierino Bigoni, che ha effettuato una escursione alla località.

«Vista la splendida giornata di sole, ho deciso di salire in Val Las, valletta laterale della Valcanale, partendo da Albareti (la si può raggiungere anche dall’abitato di Cacciamali) – racconta –. Si tratta di una passeggiata che effettuo diverse volte l’anno, sia per godere della bellezza dei luoghi, sia per ammirare la meravigliosa flora che la caratterizza, sia per raggiungere il nevaio-ghiacciaio posto alla base della Nord del Monte Secco, montagna molto cara agli abitanti di Ardesio. Superato il torrente Acqualina, ho imboccato il sentiero che sale per un bosco di abeti e piante caducifoglie e quindi, oltrepassato un ghiaione, sono giunto ai piedi della montagna. Del piccolo nevaio-ghiacciaio neppure l’ombra. E sì che in una passata mia salita, due mesi fa, di neve ghiacciata ancora ce n’era. Sicuramente la mancanza di precipitazioni nevose durante l’inverno e il caldo eccessivo del periodo primaverile hanno provocato lo scioglimento totale del minuscolo ghiacciaio».

Era il «deposito del ghiaccio»

Quello scomparso è un nevaio-ghiacciaio semiperenne, posto ai piedi di un canalone che strapiomba dalla montagna, in un piccolo anfiteatro di suggestiva bellezza. Fino alla metà del secolo scorso il nevaio era molto più esteso e costituiva motivo di guadagno per gli abitanti di diverse contrade della Valcanale. Come ricordano ancora gli anziani, d’estate diverse persone lo raggiungevano con animali da soma, tagliavano il ghiaccio e, a blocchi, lo trasportavano agli alberghi della valle e della città, contribuendo così ad incrementare le loro entrate. Vi erano anche parecchi turisti che salivano al ghiacciaio con bottigliette di menta o tamarindo: ponevano il ghiaccio in bicchieri e, mescolandolo con le bibite, potevano gustare fresche granite.

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