Avo, volontari ospedalieri dimezzati: «Siamo in pochi, ne servono di nuovi»

AIUTO AI MALATI. L’Associazione Seriate-Trescore prima del Covid contava 72 persone, ora 30. La presidente: «Ci stiamo aprendo anche ad altre realtà sanitarie e assistenziali, come le Rsa».

Quelli dell’Avo (Associazione volontari ospedalieri) sono quegli angeli che al paziente in ospedale domandano come va, come sta e se ha bisogno di qualcosa, dove il qualcosa, oltre al semplice bicchiere d’acqua, è una parola di conforto e incoraggiamento, un sorriso nella mestizia della malattia, una chiacchierata nella monotonia della camera d’ospedale dove magari tocca stare anche per più giorni. I volontari ospedalieri della sezione Avo Seriate-Trescore sono quelli che tolgono d’impaccio le persone che devono prendere il numero d’ordine per il prelievo di sangue o per altri esami e che mostrano come e cosa rispondere alle domande del totem.

I volontari Avo Seriate-Trescore sono una trentina, più che dimezzati rispetto a prima del Covid, quando erano 72. «E allora è giocoforza ridurre i servizi e le nostre presenze – spiega la presidente, Nazzarena Poli –: dove vorremmo essere non ci siamo perché siamo rimasti in pochi». Il Covid ha bloccato anche l’Avo e la sua attenzione al malato: «Il 24 febbraio 2020 è arrivato l’ordine di chiudere tutto e di lasciare l’ospedale, ed è stato così per tre anni tanto che siamo tornati operativi solo l’1 febbraio 2023». Alla ripresa delle attività sono mancati diversi volontari, per disaffezione, paura di contagi, limite di età che è a 80 anni.

Nella struttura ospedaliera «Bolognini», a piano terra, l’Avo ha a disposizione un paio di stanze concesse dalla direzione generale della struttura per organizzare i turni di servizio volontario, per incontrarsi su tematiche inerenti al proprio ambito, per promuovere iniziative. È da poco concluso il corso di formazione 2023 promosso da Poli, cinque incontri- lezioni dalle 14,30 alle 16,30 con medici, dirigenti medici, psicologi per come comportarsi ad esempio nelle Rsa, nei centri Alzheimer e Parkinson.

«Nasciamo e siamo volontari ospedalieri ma ci stiamo aprendo anche ad altre realtà sanitarie e di assistenza come le Rsa, sempre con l’accortezza di operare in sicurezza e con professionalità– continua Poli – perché non basta avere cuore e sensibilità verso i malati, occorre che ci sia empatia fra cuore e cervello». È una missione che arricchisce, che ai giovani stagisti mostra una realtà che non immaginavano. Il Covid ha interrotto anche lo stage di volontariato che prima della pandemia aveva visto 43 studenti del «Majorana» scegliere Avo. Capitano situazioni speciali, come quando una volontaria Avo ha aiutato i degenti della Psichiatria di Trescore a scrivere poesie, e l’Avo Seriate ha sostenuto i costi della stampa del pieghevole. Una dice: «Vorrei baciarti ma non riesco, il mio cuore piange, ma i miei occhi no»; e un’altra: «Scivola tra le dita il nostro sapore/ una dolce carezza sopra di noi/ è un momento, bianco, per raccontarci». Un malato di Parkinson voleva scrivere brani della propria vita, ma la malattia glielo impediva, un volontario Avo ha scritto per lui. Il servizio per il numero al totem nella hall dell’ospedale «Bolognini» funziona dalle 7 alle 10, prima si faceva anche il turno 10-12 ma non si può più per mancanza di volontari. Per aderire all’Avo i recapiti sono: tel 035/306.378, ufficio presso l’ospedale «Bolognini», che risponde al mercoledì dalle 15.30 alle 18; email: [email protected]; cellulare Poli 335/68.71.234. Ci sarà un colloquio con la presidente Poli e uno con lo psicologo.

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