Promuovere lo sport per chi ha disabilità: il 24 aprile giornata speciale

«Ledora’s Day» Organizzata da Phb Polisportiva bergamasca, Uildm e oratorio di Monterosso alla memoria di Carlo Paoli, volontario della Phb.

Lealtà, educazione, dolcezza, obiettivi comuni, rispetto, amore. Ledora. Un acronimo inventato da Carlo Paoli, volontario di Phb Polisportiva bergamasca, in occasione del suo matrimonio con Silvia Mora e che ora che Carlo è scomparso è diventato il motto di una giornata di solidarietà in sua memoria. Domenica 24 aprile all’oratorio di Monterosso, quartiere dove Carlo abitava insieme alla moglie Silvia, si svolgerà il primo «Ledora’s Day» organizzato da Phb Polisportiva bergamasca, Uildm-Unione italiana lotta alla distrofia muscolare e oratorio di Monterosso: una giornata di sport, buon cibo e solidarietà per ricordare Carlo tenendo in vita le cose in cui lui credeva.

Dopo il pomeriggio di sport alle 19 prenderà il via la cena solidale preparata dai volontari dell’oratorio di Monterosso con il supporto degli associati di Uildm e Phb. L’iniziativa avrà un prequel nella giornata di sabato 23 aprile alle 16 con il «Laboratorio dei biscotti», un corso di cucina per imparare a preparare i biscotti. Per partecipare al laboratorio e alla cena è obbligatoria la prenotazione mandando un messaggio whatsapp al numero 346. 6526483 (posti limitati)

Donazioni dai colleghi

L’idea è nata dalla moglie Silvia, che come Carlo è volontaria dell’associazione Phb che organizza attività sportive per persone con disabilità sia a livello agonistico che amatoriale: «Quando Carlo è scomparso i colleghi di tutto il mondo della multinazionale per cui lavoro hanno pensato di starmi vicino facendo donazioni a Phb per ricordare Carlo e le sue passioni – racconta Silvia -. Questo ha fatto nascere l’idea di ricordare Carlo, che era una persona che amava stare in compagnia e sapeva donare agli altri, condividendo i valori in cui credeva. La sigla che abbiamo scelto è un esempio di quell’amore in cui lui credeva».

Il 24 aprile sport e buon cibo. La moglie Silvia: tutto è partito dai suoi colleghi

Una giornata aperta a tutti, dedicata allo sport e al buon cibo, realizzata grazie all’aiuto dei volontari di Phb, Uildm e dell’oratorio di Monterosso. L’iniziativa si aprirà alle 15,30 con un open day di due delle discipline sportive che vedono impegnati gli atleti di Phb, baskin e tiro con l’arco. «Il ricordo di Carlo è divento occasione per organizzare una giornata di sport e di promozione dello sport per le persone con disabilità, coinvolgendo i nostri settori sportivi e promuovendo un’esperienza accessibile a tutti». L’associazione Phb oggi conta 250 soci, di cui 150 persone con disabilità praticanti l’attività sportiva e 100 volontari impegnati ad accompagnarli, allenarli e sostenerli. «Dopo lo stop dovuto al Covid siamo ripartiti a regime su tutti i settori: l’attività prevalente resta il nuoto, sia a livello agonistico che dilettantistico, ci sono poi il baskin con una squadra e con il settore giovanile che sta nascendo, il tiro con l’arco e a Calusco ha ripreso anche il settore calcio per bambini con disabilità intellettiva che avevamo avviato proprio poco prima che scoppiasse la pandemia. Oltre a questo abbiamo ripreso anche le iniziative sul territorio per promuovere la pratica sportiva per le persone con disabilità».

La cena solidale

Dopo il pomeriggio di sport alle 19 prenderà il via la cena solidale preparata dai volontari dell’oratorio di Monterosso con il supporto degli associati di Uildm e Phb. L’iniziativa avrà un prequel nella giornata di sabato 23 aprile alle 16 con il «Laboratorio dei biscotti», un corso di cucina per imparare a preparare i biscotti. Per partecipare al laboratorio e alla cena è obbligatoria la prenotazione mandando un messaggio whatsapp al numero 346. 6526483 (posti limitati).

«La realtà parrocchiale ha scelto di sostenere questa iniziativa come parte della rete sociale di Monterosso, per questo abbiamo coinvolto in primis la Uildm e dopo la rete sociale – spiega don Cristiano Re -. Ci siamo, siamo in prima linea per questa iniziativa del nostro territorio: dentro ad una vicenda così triste e faticosa abbiamo subito pensato che fare memoria di una persona e portare un po’ di vita anche dentro una vicenda che con la vita ha a che fare ben poco. Ma siccome noi crediamo che non sia così, ci è parso subito chiaro che non bastasse fare una commemorazione, ma servisse promuovere un’esperienza che potesse parlare di stare insieme e prendersi cura gli uni degli altri perché una vicenda d’amore possa continuare ad esserlo in altro modo. E crediamo che questo sia il miglior modo di farlo».

L’iniziativa, come ricorda don Re, è inserita nel cartellone di Bergamo capitale italiana del volontariato 2022 e ne ha ricevuto il patrocinio. «Sul territorio accadono delle cose: non si fanno solo le teorie del volontariato e della cura, ma ci si mette in gioco e si prova. In qualche modo si fa una promessa di vita: questo non significa solo attivare una piccola esperienza di volontariato, ma dire che si può ancora e si deve ancora attivare esperienze di volontariato». «L’organizzazione di questa giornata è stata un connubio di persone con disabilità e normodotate che hanno dato il proprio aiuto, e lo faranno anche nella giornata di domenica, per la buona riuscita di questa festa – conclude Silvia -. La speranza è che questa diventi una tradizione e che si possa dare continuità a questa bella collaborazione».

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