Lella Costa e la questione femminile: «La diseguaglianza è una grave torto per tutta l’umanità»

La discriminazione femminile non è solo una questione di donne, è una sconfitta per tutta l’umanità. Una lunga chiacchierata con l’attrice milanese sul palco de Donizetti con «Se non posso ballare, non è la mia rivoluzione».

È un fiume in piena Lella Costa, prima dello spettacolo che la vede sul palco del teatro Donizetti per la Stagione di Prosa con «Se non posso ballare... non è la mia rivoluzione» uno spettacolo ideato da Serena Sinigaglia ispirato al testo Serena Dandini «Il catalogo delle donne valorose». «Ma qui le donne sono 100 - dice la Costa -, non 34 come quelle raccontate dalla Dandini. L’ultima che abbiamo inserito è proprio Monica Vitti».

Una vitalità contagiosa, quella di Lella Costa, frutto della ritrovata adrenalina che solo un teatro pieno può dare, ma anche della difficoltà della sfida. Dal punto di vista tecnico interpretare 100 donne, una al minuto è da fenomeni. E poi c’è il «contenuto», quello che conta: «È uno spettacolo che vuole mostrare la quantità, la varietà e l’ampiezza del talento femminile nel corso della storia».

Un ritmo altissimo che rischia di sacrificare la memorizzazione di qualche figura femminile, ma che ingaggia con lo spettatore un ping pong emotivo che alle fine lascia il segno.

«Una mini rivoluzione -secondo la Costa-, avverrà quando si capirà che la questione femminile non riguarda solo le donne, ogni volta che non si valorizzano i talenti, ogni volta che ci sono delle ingiustizie o delle disparità nei confronti delle donne, si fa un grande torto al mondo, ci perde l’intera umanità».

Guarda l’intervista video integrale a Lella Costa, andata in onda in Tic Tac, rubrica di cultura e spettacolo del Tg di Bergamo Tv.

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