La frana del Monte Saresano non corre: lavori di consolidamento nel 2024

Lago d’Iseo. Nell’anniversario dell’emergenza, scattata 2 anni fa, presentati i risultati le analisi sul corpo franoso nel territorio di Tavernola. Va bloccata una massa di 2 milioni e centomila metri cubi.

Ci vorrà un altro anno per completare la progettazione dell’intervento per fermare la frana del Monte Saresano, a Tavernola. Poi ai primi del 2024 potrebbe essere avviato l’intervento di consolidamento, dopo circa tre anni da quell’accelerata che ha fatto scattare l’allarme sull’intero territorio del lago d’Iseo. Nella coincidenza dell’anniversario dei due anni dall’inizio della frana, che cade il 22 febbraio, a Sarnico nella sede dell’Autorità di bacino dei laghi d’Iseo, Endine e Moro sono stati presentati gli esiti delle indagini svolte a fine 2022 per capire il «modello» geologico e geotecnico della frana.

Il modello e le opere

La modellizzazione serve ai tecnici per individuare il miglior intervento possibile per fermare la frana che, come ha spiegato Paolo Galvanin dello studio Alpina spa vincitore del bando di progettazione da 1,5 milioni – ha un volume di due milioni e 100mila metri cubi. Per l’Autorità di bacino erano presenti sia il presidente Alessio Rinaldi, che Roberto Cerretti, direttore vicario generale del Dipartimento regionale di Protezione civile. Nel corso dell’incontro è stato comunicato che «il progetto di fattibilità sarà pronto entro giugno, il definitivo esecutivo entro la fine dell’anno e l’inizio degli interventi entro il 2024, dopo i tempi tecnici necessari per espletare il bando». Il ritardo nella presentazione dello studio di fattibilità - era inizialmente prevista per i primi del 2023 - sono da collegare alla necessità rilevata da Alpina spa di condurre ulteriori analisi sul corpo di frana a fine del 2022. Analisi che confermano anche che la velocità di accelerazione della frana è ormai costante, da mesi.

L’allarme e gli stanziamenti

L’allarme scattò due anni fa, quando la paleofrana prese a spostarsi tra i 10 e 25 millimetri al giorno. Fu evacuato il cementificio, la litoranea che collega i paesi del Sebino fu interrotta al transito, Parzanica isolata perché irraggiungibile lungo il raccordo a lago e la provinciale 78 off limits. Nel giro di alcuni mesi si è tornati alla normalità. La frana è decelerata, monitorata giorno e notte. Dopo gli interventi immediati dei professori Nicola Casagli di Firenze e del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Giovanni Crosta della Bicocca e Claudio Di Prisco del Politecnico di Milano, e Stefano Tinti dell’Università di Bologna, su mandato regionale, la stessa Regione aveva stanziato quattro milioni e 800mila euro per gli interventi di mitigazione e il Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza) ha stanziato a sua volta 10 milioni e 200 mila euro. Le risorse economiche ammontano a 15 milioni di euro per le opere di consolidamento. Ancora una volta si è sottolineato che l’intervento non punta ad «asportare» la frana da due milioni e 100mila metri cubi, ma a consolidarla.

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