Il fratello: grazie del bene per il mio Davide
Badelj: i tuoi genitori grande guida

Piazza Santa Croce gremita. In migliaia si sono presentati davanti alla Basilica dove alle 10 sono iniziati i funerali di Davide Astori. Una folla da stadio, silenziosa e composta, per l’ultimo saluto al capitano.

«Grazie a tutti di essere venuti. In questi giorni ci avete dimostrato quanto volevate bene al mio Davide. Non ci sono tante parole. Dicevo sempre a lui che quando faceva le interviste diceva sempre le stesse cose e faccio la stessa cosa anche io. Un abbraccio ai miei, ai miei genitori, a Francesca e a Vittoria». Lo ha detto in lacrime il fratello Marco, nel corso della cerimonia funebre dedicata al difensore viola, Davide Astori, in corso di svolgimento nella Basilica di Santa Croce.

Sull’altare anche il compagno di squadra Milan Badelj, con un lungo messaggio carico di emozione: «Tu parli con la voce del cuore, tu sei la nostra luce» è il messaggio più intenso. «Il tuo nome significa amato, diletto. Davide sei semplice, pragmatico, riesci a entrare nelle persone e a rimanerci. Anche non sapendo le lingue hai parlato con tutti noi, hai il dono universale della lingua del mondo. Tua madre e tuo padre devono sapere che non hanno sbagliato niente con te. Sei il miglior compagno di squadra che uno possa avere. Come possiamo dimenticare le tue risate. Tu sei il calcio, quello puro dei bambini. Tua figlia deve sapere che suo padre è un uomo con la U maiuscola. Quando arrivavi nella stanza della fisioterapia era il primo ad accendere la luce, e questo sei per noi, luce».

Grande commozione: quella della sua famiglia, dei suoi compagni di squadra, quella della gente comune. E tante lacrime sui volti affranti di chi è a Firenze in queste ore, nella basilica di Santa Croce e fuori dalla chiesa, per il funerale di Davide Astori, vita spezzata nel sonno di sabato notte, a 31 anni. per tutta la mattina di giovedì 8 marzo sono continuati gli applausi per Davide Astori e le lacrime dei suoi tifosi. All’interno della Basilica alle 9.30 era già presente la Fiorentina al gran completo, comprese le squadre giovanili e la formazione femminile viola. La gente ha accolto con applausi tutti, dal patron Andrea Della Valle a dirigenti e giocatori di altre squadra come Inter, Roma e altre che partecipano ai funerali.

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Il feretro di Davide Astori è arrivato alle 10.03 a Piazza Santa Croce, accolto dagli applausi della folla, da una sciarpata dei tifosi della Fiorentina, ma anche di altre squadre. «Grande capitano» e «Ciao Asto» hanno urlato alcune persone, tra gli applausi di tutti. Poi di nuovo il silenzio. Tantissima gente ha salutato Astori quando il carro funebre è passato dallo stadio Franchi dove si erano radunate centinaia di persone. Alle 10.30 il feretro è entrato in chiesa tra gli applausi: è iniziata la Messa.

«Siamo qui a pregare per Davide e lo facciamo in questa basilica che l’Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l’hanno onorata e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo. Virtù che noi riconosciamo a Davide e per questo motivo lo salutiamo in questo luogo» ha detto l’arcivescovo e cardinale di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, che sta celebrando la cerimonia funebre. Presenti alla funzione funebre anche il padre spirituale della Fiorentina e della Nazionale italiana, Don Massimiliano Gabbricci e il parrocco di San Pellegrino, città di nascita di Davide Astori, Don Gianluca Brescianini.

«Di molte cose della vita ci sfugge il senso. Prima tra tutte la morte. Non chiedetemi le ragioni per capire, argomenti per giustificare, posso solo piangere con voi. La vita non è un bene di cui possiamo disporre - sempre nell’omelia -. Ci è tolta dalla morte come una rapina, in tempi e modi non prevedibili. Abbiamo scoperto in questi giorni l’impegno del capitano per i bimbi malati. La sua vita spezzata da un male misterioso sia richiamo per tutti noi a prendersi cura della vita degli altri, soprattutto quella dei più deboli».

«Davide è un ragazzo dai legami saldi. Familiari, ma anche sportivi, uomo di lealtà e capace di legami costruttivi. Davide è anche stato un uomo profondamente legato alla nostra città, Firenze» nell’omelia Betori spiega cosa è Davide: «Noi siamo i nostri legami e Davide è il frutto delle relazioni che è stato capace di creare».

La morte improvvisa di Davide Astori «ci richiama a maggiore umiltà, a tanta gratitudine, a quel senso del limite che spesso manca in questo tempo di superbia. E non a caso, nel fare memoria del capitano, molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabilità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro» ha quindi detto l’arcivescovo e cardinale di Firenze, Monsignor Giuseppe Betori. «Al tempo stesso, mentre contempliamo la fragilità della vita, ne scorgiamo anche la grandezza e lo splendore, quella preziosità che la fa tanto rimpiangere quando viene meno - ha aggiunto monsignor Betori -. E anche sulla bellezza della vita c’è un messaggio importante che la morte di Davide Astori lascia a tutti noi. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione, l’impegno del capitano per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani. Ma non meno significativa è stata la testimonianza di suoi compagni più giovani, che nella squadra si sono sentiti da lui accolti, indirizzati, sorretti. La sua vita spezzata da un male misterioso richiami tutti noi a prenderci cura della vita degli altri, soprattutto dei più deboli e dei più miseri».

«Siamo in tanti qui e in questi giorni attorno al ricordo di Davide - ha proseguito monsignor Betori -. Sento il dovere, per questo, di dire a Francesca e ai genitori e fratelli che tanto affetto non vuole togliere nulla al loro dolore, che resta unico e che come tale e incommensurabile riconosciamo. La nostra presenza, semmai, vorrebbe sostenerlo un po’ il loro dolore, per quel che può riuscire a fare una vicinanza che non può mai essere una sostituzione».

«Non è un momento semplice, questo, per la pratica sportiva, tra chi la vuole illusoria fabbrica di idoli e chi ne vede solo le potenzialità economiche», ma la morte di Davide Astori «ha raccolto tante attestazioni da parte di chi gli era vicino proprio a riguardo della ricchezza di valori che egli incarnava con spontaneità e verità» ha continuato il cardinale di Firenze Giuseppe Betori. «Riportare lo sport alla sua vocazione di luogo di crescita della persona e di promozione della vita sociale dipende essenzialmente dalla circolazione di valori autentici che solo persone autentiche possono assicurare», ha detto Betori, ricordando che «Davide Astori è stato un importante uomo di sport», ed «essergli grati significa esserne eredi, con consapevolezza e semplicità».

«Nella vita, come sui campi da calcio, -ha aggiunto Betori - si gioca in squadra: nessuno può fare a meno degli altri o può smettere di pensare agli altri. Non è vero quel che ci si vuol far credere da parte di molti, e cioè che una vita per realizzarsi ha bisogno di assoluta autonomia, di illimitata indipendenza, di totale autosufficienza. Pensare questo significa solo creare l’anticamera della solitudine e dell’aridità. Se oggi siamo qui in tanti a piangere che Davide non è più tra noi, è perché egli si è legato a tutti noi, si è compromesso con noi, incrociando le nostre storie e spendendo la sua vita per noi, nelle diverse forme dei rapporti che egli ha costruito attorno a sé».

La vita, ha aggiunto il cardinale, «ci è tolta dalla morte, come una rapina, in tempi e modi imprevedibili. La fragilità della vita ci pesa in modo insopportabile, a noi uomini e donne che vorremmo avere tutto sotto controllo, essere padroni assoluti di noi stessi, delle nostre scelte, delle nostre possibilità. Della morte non abbiamo spiegazioni da offrire, che possano servire a consolare. Restiamo con il nostro dolore, soprattutto quando la morte ci toglie una persona che amiamo, un amico. È toccato a noi in questi giorni, per Davide. Non chiedetemi quindi ragioni per capire, argomenti per giustificare, motivi per essere consolati. Posso solo piangere con voi. E offrirvi qualche motivo per pensare».

L’ingresso al pubblico in chiesa non è consentito, ma la folla ha partecipato comunque con grande rispetto, silenzio e commozione. È l’abbraccio più grande: diecimila persone, ma forse anche di più, per dare l’ultimo saluto al calciatore bergamasco.

Alle 9.45 anche una rappresentanza dell’Atalanta: dietro Moioli con il gagliardetto, Masiello, Petagna e Mancini. Presente anche Ilicic, ex viola e molto legato ad Astori. Partecipano alle esequie Antonio Percassi e il direttore generale, Umberto Marino.

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A celebrare la funzione il cardinal Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, insieme a don Gianluca Brescianini, parroco di San Pellegrino, la «culla» del difensore della Fiorentina.

Nella basilica sono entrati anche il ministro dello Sport Luca Lotti, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il commissario straordinario della Figc Roberto Fabbricini e il suo vice Alessandro Costacurta e l’ex commissario tecnico Gian Piero Ventura. Arrivate poi le delegazioni delle squadre, tra queste l’Inter, rappresentata da Zanetti, il tecnico Spalletti, Ranocchia, Borja Valero e Vecino, che hanno giocato con Astori fino all’anno scorso. Per tutti applausi, anche all’arrivo della delegazione dell’Atalanta, della Cremonese, del Venezia, del Genoa, rappresentato da un altro ex viola come Giuseppe Rossi.

All’interno della Basilica si trovano anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani.

È arrivato anche Matteo Renzi in Santa Croce per il funerale del capitano della Fiorentina Davide Astori. Renzi è stato accolto da Diego Della Valle. Nella basilica arrivati anche i presidenti dell’associazione calciatori e di quella degli allenatori, Tommasi e Ulivieri.

Reduci dalla vittoria a Londra, Massimiliano Allegri e alcuni dei suoi giocatori, da capitan Buffon che ha salutato la folla, a Giorgio Chiellini passando per Miralem Pjanic e altri ancora, sono arrivati intorno alle 10.30 e sono stati accolti dagli applausi dei fiorentini.

Oltre al pienone fuori dalla basilica di Santa Croce, tantissima gente anche fuori dallo stadio Franchi: sulla cancellata le maglie e le scritte messe dai giocatori della Fiorentina e dai tantissimi tifosi che hanno voluto salutare così Astori. Proprio da qui passa il carrofunebre, prima di raggiungere la chiesa per il funerale.

Un lungo applauso e lacrime hanno caratterizzato dalle 9.30 alle 10 il passaggio del feretro di Davide Astori. Il carro funebre, scortato da due motociclisti della polizia e quattro della polizia municipale, è passato lentamente davanti allo stadio e tra i presenti in tanti hanno voluto toccare l’auto come per dare una carezza ad Astori.

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Alle 9 di giovedì mattina già centinaia le persone in piazza Santa Croce a Firenze. C’è chi è arrivato alle 7 per potersi mettere nelle prime file. Già tante anche le corone di fiori, tra cui quelle di Juventus, Sassuolo, Lazio, Chievo o di tifosi di altri club, come quelli di Bergamo, provincia di cui il giocatore era originario. Su uno dei palazzi della piazza affisso un cartello con scritto «Ciao capitano», firmato dal liceo artistico Alberti. Arrivato anche il gonfalone, listato a lutto, del Comune di Firenze: in occasione dei funerali di Astori il sindaco Dario Nardella ha proclamato il lutto cittadino.

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