L’inchiesta sui carabinieri di Zogno
Ecco le richieste di condanna

Una vicenda che nasce da una querela sporta nel 2009 da una donna dimessa dall’ospedale di Seriate.

Un anno e 9 mesi per il luogetenente Vito Cavallo, allora comandante del nucleo operativo e radiomobile di Zogno e per Stefano Gentile, allora maresciallo dei carabinieri di Zogno: assoluzione per i marescialli Massimo Quartaroli e Nicola Spera; tre anni per il titolare della società Cis Bergamo Calogero Emanuele. Sono le principali richieste del pm Fabrizio Gaverini nell’udienza sulla maxi-inchiesta sui carabinieri di Zogno e gli «infermieri talpa», nel dibattimento del processo di primo grado che vede alla sbarra 13 imputati.

La complessa vicenda nasce da una querela sporta nel 2009 da una donna dimessa dall’ospedale di Seriate che si era vista arrivare a casa un collaboratore della Cis Bergamo che le aveva offerta assistenza per intascare il premio dell’assicurazione. La donna che non aveva fornito i dati alla Cis era rimasta sorpresa e aveva sporto querela. Da allora un giro d’intercettazioni aveva portato alla scoperta di una serie di condotte dei carabinieri di Zogno ritenute illecite a vario titolo, tanto da aprire una maxi-inchiesta con 49 indagati inziali e una vasta serie di reati ipotizzati a carico di diversi esponenti dell’Arma, dalla truffa al peculato, dal falso ideologico alle minacce, oltre che a carico di Emanuele, titolare della Cis. In udienza preliminare erano stati prosciolti 13 indagati, oltre a tre condanne, 4 patteggiamenti e 6 assoluzioni in abbreviato. Gli altri imputati andati a dibattimento sono a processo. Per tutti le difese hanno chiesto l’assoluzione. Le sentenze il 31 gennaio.

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