Rubata al cimitero, l’appello accorato
«Non fondete la statua di mio nonno»

Un raid al cimitero e la statua che rappresentava un defunto è stata trafugata. L’appello della famiglia, affinchè quel «bronzo non sia fuso», ricordo e storia di una famiglia.

Dal 1974 era sulla tomba di Guerino Giovanelli, il falegname di castelli Calepio, nel cimitero di Tagliuno. Il passato è d’obbligo perchè questa bellissima statua realizzata dallo scultore di Grumello, Mario Locati, e tanto voluta dalla famiglia, è stata rubata nel doppio raid messo a segno domenica e lunedì notte. Ora la nipote del defunto fa un appello accorato ai malviventi: «Hanno portato via - racconta – diverse statue, arredi, portavasi, croci, piccole decorazioni varie, come ci è stato riferito dai familiari dei defunti sepolti vicino alla nostra tomba. Ma quella di mio nonno non era una statua “normale”: per noi nipoti, era lui. Per mia mamma Rosa, 77 anni, che era la primogenita e aveva lavorato con il papà in falegnameria, è come se fosse morto due volte».

Da qui l’appello: «A chi l’ha rubata: per favore, non fatela fondere. Vale poco il bronzo, quel che vale è ciò che quest’effige rappresenta. Per voi, nulla. Per noi, le nostre radici e la nostra storia. Ci rivolgiamo anche al buon cuore di chi, magari, è un fonditore e gli arriva questa statua: non cancellate i nostri ricordi».

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