A Gandino è tornata la «Pastorèla», una tradizione lunga 130 anni

LA FESTA. I suonatori sin dalla fine dell’800 percorrono le vie del centro e delle frazioni di Barzizza e Cirano, eseguendo le nenie tradizionali con mandolini, chitarre, fiati e archi, cui si aggiungono le tradizionali «campanine».

Gandino

A Gandino non c’è Natale senza Pastorèla: nella notte più suggestiva dell’anno si è rinnovata la tradizione dei suonatori, che sin dalla fine dell’800 percorrono le vie del centro e delle frazioni di Barzizza e Cirano, eseguendo le nenie tradizionali con mandolini, chitarre, fiati e archi, cui si aggiungono le tradizionali «campanine».

Una tradizione che quest’anno compie 130 anni: era infatti il 1895 quando il gandinese Andrea De Giorgi, amico di Giuseppe Verdi, insegnò ai giovani Quirino Picinali e Carlo Ongaro la «Pastorale natalizia» da lui composta. Un duo che con gli anni divenne un nutrito gruppo di affiatati musicisti che si tramandano il ruolo ne la Pastorèla di generazione in generazione.

C’è chi ha ancora è studente e chi è un poi più avanti con l’età. Quest’anno oltre al freddo e al gelo, si è aggiunta la carezza di una sottile pioggia, anche se poi ci si è scaldati nelle tappe nelle chiese, in casa parrocchiale e nel salone della valle, sede del consiglio comunale. L’itinerario si è concluso nella Basilica di Santa Maria Assunta, dove dagli anni ’80 il gruppo intona il brano originale al termine della messa di mezzanotte.

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