Dalla Svizzera a Gromo sulla pista del dialetto che cambia

Studio Il ricercatore elvetico Adriano Salvi sta raccogliendo informazioni sull’evoluzione del lingue locali e ha incontrato l’esperta Carmen Bonetti.

Tra le 50 varietà delle parlate lombarde e del Piemonte orientale, attuale oggetto di studio da parte di ricercatori svizzeri dell’Università di Zurigo, vi è anche quella di Gromo e dell’alto Serio in generale. Per tre giorni il ricercatore svizzero Adriano Salvi , 30 anni, i cui progenitori erano originari della Valle Imagna, ha soggiornato in paese. E qui si è confrontato con Carmen Bonetti, 82 anni, già presidente della Pro loco ed esperta di dialetto bergamasco. La ricerca, iniziata in Italia lo scorso anno, durerà quattro anni.

Progetto finanziato dal fondo nazionale svizzero

«Cento anni fa, nel 1922, - ha spiegato Salvi - due ricercatori delle Università di Zurigo e Berna avevano raccolto e analizzato diversi termini o frasi di dialetti italiani, ricerca che era confluita nell’Atlante linguistico-etnografico dell’Italia e della Svizzera meridionale (Ais)». A cento anni da quella ricerca l’Università di Zurigo, grazie ad un progetto finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica, si intende ripercorrere le parlate dialettali comprese nell’atlante. Ultimata la ricerca porremo a confronto i termini dialettali di cento anni fa con quelli attuali, in modo che da ciò possa scaturire l’evoluzione delle lingue dialettali di diverse regioni italiane prese in considerazione, nell’arco di un secolo. Entro il 2025 intendiamo digitalizzare l’intero corpo delle trascrizioni contenute nell’Ais. Tutti i dati raccolti confluiranno poi nella banca dati dell’Università di Zurigo, consultabile online».

Nomi, parole d’uso comune e frasi

Il progetto, di cui è responsabile il professore dell’Università zurighese Michele Loporcaro, si avvale di quattro ricercatori. Affiancano infatti Salvi nella ricerca Giulia Donzelli, Alice Idone e Lisa Gasner. Ma quali sono parole o frasi che interessano i ricercatori? «Si tratta – conclude Salvi – di nomi di animali, di persone, di famiglie, di oggetti e strumenti di lavoro». Lidia Pezzoli, consigliere delegato alla Cultura del Comune di Gromo, ha ringraziato, a nome dell’amministrazione comunale sia Carmen Bonetti che il ricercatore svizzero, donandogli anche un opuscolo sulla storia di Gromo. Accompagnato infine da Carmen Bonetti, da Cinzia Baronchelli di Artelier e da Anita Gadaldi dell’Ufficio turistico, Salvi ha potuto visitare il museo «Armi e pergamene», rimanendo entusiasta delle armi e delle antiche pergamene che vi sono conservate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA