Dario lascia una bimba di 3 anni
Grave in uno schianto 8 anni fa

Dario Capitanio e la sua famiglia sono molto conosciuti a Cene, anche per la loro attività: in Valle Rossa, sopra Cene, gestiscono infatti l’azienda agricola Capitanio, fondata dal nonno di Dario, Desio.

È rimasto incastrato tra le lamiere del camion e le sue condizioni sono apparse fin da subito gravissime: nonostante il tempestivo intervento dei vigili del fuoco e dei soccorritori del 118, per Dario Capitanio non c’è stato nulla da fare.

Il giovane, 29 anni, allevatore di Cene, padre di una bimba di quasi tre anni, è rimasto vittima di un pauroso tamponamento fra tre mezzi pesanti avvenuto imartedì mattina sull’autostrada A4 nel tratto tra il bivio con la Tangenziale est di Milano e Monza, nel territorio comunale di Brugherio.

Dario Capitanio e la sua famiglia sono molto conosciuti a Cene, anche per la loro attività: in Valle Rossa, sopra Cene, gestiscono infatti l’azienda agricola Capitanio, fondata dal nonno di Dario, Desio.

Dario viveva a Cene ed era padre della piccola Emma di tre anni. Proprio la sua bambina lo aveva reso protagonista di un lieto avvenimento. Emma era infatti venuta alla luce la vigilia di Natale del 2014, in anticipo di un mese, senza dare il tempo alla mamma di recarsi in ospedale. Dario era al lavoro mentre accadeva tutto ciò, e rientrato in casa aveva fatto la piacevole scoperta. Una persona solare, gioiosa e amante della vita. Amava circondarsi dell’affetto degli amici e spesso con loro, il venerdì sera, si recava al bar «Des Alpes- Red Valley» di Bianzano, per ballare la musica afro suonata da dj Nello.

Nell’agosto del 2010 Dario era stato protagonista di un grave incidente a Cortenedolo, sulla strada statale 39 che da Edolo conduce all’Aprica. Il giovane, all’epoca 21enne, era alla guida di un furgoncino carico di animali quando rimase coinvolto in uno scontro frontale con un tir. L’impatto fu violento, e con l’elisoccorso Dario fu trasportato all’ospedale di Sondalo. Le sue condizioni erano apparse gravi, con diverse fratture alla gambe ed al bacino.Quell’incidente gli segnò la vita, costringendolo a un lungo periodo di immobilità, come ha ricordato il sindaco di Cene, Giorgio Valoti: «Era un bravo ragazzo e un gran lavoratore, è stato molto sfortunato, soprattutto a causa di quell’incidente del 2010».

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