La piccola Sonia in fuga dalla guerra a passo di danza

La storia La bambina di quattro anni è giunta dall’Ucraina a Leffe, ospite della nonna Nadia. Ora partecipa al laboratorio di danza promosso da Lidia Salvatoni.

La danza, come strumento per distrarsi e lasciarsi alle spalle gli orrori della guerra, anche solo per un’oretta. Aveva lanciato un appello nei giorni scorsi, Lidia Salvatoni , 52enne fondatrice e insegnante della scuola di danza Fuorididanza di Gandino, sfruttando anche i suoi canali social, per coinvolgere bambini ucraini, a titolo gratuito, nel suo laboratorio Danza&Gioca rivolto alla fascia d’età compresa tra i 3 ed i 6 anni. E nel pomeriggio di giovedì, all’appuntamento delle 16,45 alla scuola elementare di Gandino , con un peluche tra le mani ed accompagnata dalla mamma, si è presentata la piccola Sonia , 4 anni, giunta a Leffe nei giorni scorsi dopo essere sfuggita alla guerra in Ucraina, per rifugiarsi dalla nonna Nadia , in Valgandino da molti anni. Quattro candeline «spente» mentre affrontava il difficile viaggio per arrivare in Italia. Ora la voglia di riprendersi quella spensieratezza che accomuna (o almeno dovrebbe) tutti i bambini della sua età.

L’insegnante: «Sono felice che Sonia abbia accolto il mio appello, ho visto sorridere anche la madre»

«È arrivata con la sua mamma – racconta Lidia -, e insieme alle altre bambine ha danzato e si è divertita per poco meno di un’oretta. È un laboratorio di approccio alla danza, costruito attorno alla fiaba “ La Principessa e il Ranocchio ”. Sono felice che Sonia abbia accolto il mio appello, ho visto sorridere anche la madre, e spero di vederla anche ai prossimi incontri. Non mi piace sottolineare il fatto che faccia partecipare gratuitamente i bambini ucraini, non vorrei risultasse come una forma di discriminazione o un modo per fare differenze con i bambini italiani. Diciamo che li ospito, questo è il termine esatto, e l obiettivo è quello di regalargli un momento di spensieratezza , quella quotidianità della quale sono stati privati in maniera improvvisa e cruenta».

A fare da interprete durante il laboratorio di danza è stata una donna ucraina, madre di una delle allieve di Lidia Salvatoni. « Mi sono organizzata per accoglierli nel miglior modo possibile - conclude Lidia - e farli sentire completamente a loro agio. Anche per la lingua non ci sono stati problemi, per questo spero che se ne aggiungano altri bambini. Ho sparso la voce, anche tramite Facebook, per coinvolgere anche famiglie ucraine arrivate in altri paesi della Valle Seriana».

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