Aveva 65 anni, era nato a Bergamo e viveva in Bolivia da oltre trent'anni, dal 1991. Il decesso è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, probabilmente a causa delle esalazioni di una stufetta, stando alle prime ricostruzioni. Don Alessandro Fiorina era un uomo di poche parole: ha speso la sua vita cercando Dio e trovandolo nei poveri, per sua volontà sarà sepolto nella terra e tra la gente che amvava. Nel 2015 gli era stato assegnato il premio «Papa Giovanni XXIII», dedicato ai missionari bergamaschi. «Per uno che cerca e continua a cercare Dio - aveva detto in un'intervista raccolta l'ultima volta che era stato a Bergamo un paio di anni fa -, la Bolivia è un buon posto. È un Paese povero, di sofferenza. C'è bisogno di chi dia una mano alle persone più emarginate, le più 'scassate', gli ultimi tra gli ultimi. Ho sempre avuto a fianco amici che mi hanno sostenuto anche dall'Italia nel corso di tutti questi anni. Ed ho avuto la fortuna di poter diventare sacerdote grazie a tanti amici sacerdoti che mi hanno aiutato». Da giovane Don Alessandro Fiorina aveva lavorato a Bergamo come operatore all'Albergo Popolare Bonomelli e con i primi obiettori di coscienza in una comunità a Longuelo in cui si accoglievano le persone che uscivano dal manicomio. Nel 2022 una delegazione guidata dal Vescovo Monsignor Francesco Beschi andò a visitare proprio la comunità di Tarjia dove operava don Alessandro: oggi questa struttura accoglie oltre 70 persone tra i 15 e 65 anni. Il servizio di Matteo De Sanctis per Bergamo Tv, con le immagini di Beppe De Vecchi.
Aveva 65 anni, era nato a Bergamo e viveva in Bolivia da oltre trent'anni, dal 1991. Il decesso è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, probabilmente a causa delle esalazioni di una stufetta, stando alle prime ricostruzioni. Don Alessandro Fiorina era un uomo di poche parole: ha speso la sua vita cercando Dio e trovandolo nei poveri, per sua volontà sarà sepolto nella terra e tra la gente che amvava. Nel 2015 gli era stato assegnato il premio «Papa Giovanni XXIII», dedicato ai missionari bergamaschi. «Per uno che cerca e continua a cercare Dio - aveva detto in un'intervista raccolta l'ultima volta che era stato a Bergamo un paio di anni fa -, la Bolivia è un buon posto. È un Paese povero, di sofferenza. C'è bisogno di chi dia una mano alle persone più emarginate, le più 'scassate', gli ultimi tra gli ultimi. Ho sempre avuto a fianco amici che mi hanno sostenuto anche dall'Italia nel corso di tutti questi anni. Ed ho avuto la fortuna di poter diventare sacerdote grazie a tanti amici sacerdoti che mi hanno aiutato». Da giovane Don Alessandro Fiorina aveva lavorato a Bergamo come operatore all'Albergo Popolare Bonomelli e con i primi obiettori di coscienza in una comunità a Longuelo in cui si accoglievano le persone che uscivano dal manicomio. Nel 2022 una delegazione guidata dal Vescovo Monsignor Francesco Beschi andò a visitare proprio la comunità di Tarjia dove operava don Alessandro: oggi questa struttura accoglie oltre 70 persone tra i 15 e 65 anni. Il servizio di Matteo De Sanctis per Bergamo Tv, con le immagini di Beppe De Vecchi.