Nel cuore dei colli di Bergamo, tra la città bassa e Bergamo Alta, si apre un paesaggio incantevole. Ma non tutti sanno che, nascosta tra questi scorci, resiste una tradizione contadina profonda: la coltivazione della scarola dei colli.Franco Viscardi e suo figlio Stefano portano avanti una attività iniziata dai loro avi alla fine dell'Ottocento. Dietro ogni cassa di scarola c'è un lavoro lungo e preciso, reso ancora più complesso dai vincoli ambientali del parco dei colli che da sempre limitano ogni tipo di agevolazione. Come il sentiero, realizzato solo pochi anni fa dopo trent'anni di richieste.Qui la coltivazione è tutta manuale e su una collina fortemente pendente. Franco sale e scende le scale di pietra decine di volte al giorno, prima per preparare la terra, poi per piantare. A novembre, con la gerla sulle spalle, si raccoglie.Il servizio di Paola Abrate
Nel cuore dei colli di Bergamo, tra la città bassa e Bergamo Alta, si apre un paesaggio incantevole. Ma non tutti sanno che, nascosta tra questi scorci, resiste una tradizione contadina profonda: la coltivazione della scarola dei colli.Franco Viscardi e suo figlio Stefano portano avanti una attività iniziata dai loro avi alla fine dell'Ottocento. Dietro ogni cassa di scarola c'è un lavoro lungo e preciso, reso ancora più complesso dai vincoli ambientali del parco dei colli che da sempre limitano ogni tipo di agevolazione. Come il sentiero, realizzato solo pochi anni fa dopo trent'anni di richieste.Qui la coltivazione è tutta manuale e su una collina fortemente pendente. Franco sale e scende le scale di pietra decine di volte al giorno, prima per preparare la terra, poi per piantare. A novembre, con la gerla sulle spalle, si raccoglie.Il servizio di Paola Abrate