Una campagna di prevenzione tra i campi, lontano da ospedali e città, ma dentro le vite vere della gente. In Bolivia, il medico bergamasco Pietro Gamba, da anni impegnato a fianco delle popolazioni indigene, ha lanciato una nuova iniziativa sanitaria rivolta ai campesinos: screening per la diagnosi precoce dei tumori intestinali e del collo dell'utero. Un lavoro difficile, portato avanti con pochi mezzi ma con una dedizione che ha già prodotto risultati insperati. «In queste zone – scrive Gamba in un messaggio inviato all'Italia – ci sono arrivati tre pazienti con cancro del collo dell'utero in fase avanzata. Non siamo riusciti purtroppo a salvarli: figli rimasti senza madre, mariti costretti a emigrare lasciando i bambini ai nonni». È anche per questo che Gamba, con il suo piccolo team e l'aiuto di volontari locali, ha deciso di portare presidi sanitari mobili direttamente tra le coltivazioni. Quasi un centinaio di persone si sono sottoposte a controlli che altrove non avrebbero mai potuto permettersi. Si alzano alle quattro e mezza del mattino, si passa l'intera giornata sotto il sole – ha raccontato – ma quando la gente capisce l'importanza della prevenzione, senti che ne vale la pena».Il servizio di Paola Abrate
Una campagna di prevenzione tra i campi, lontano da ospedali e città, ma dentro le vite vere della gente. In Bolivia, il medico bergamasco Pietro Gamba, da anni impegnato a fianco delle popolazioni indigene, ha lanciato una nuova iniziativa sanitaria rivolta ai campesinos: screening per la diagnosi precoce dei tumori intestinali e del collo dell'utero. Un lavoro difficile, portato avanti con pochi mezzi ma con una dedizione che ha già prodotto risultati insperati. «In queste zone – scrive Gamba in un messaggio inviato all'Italia – ci sono arrivati tre pazienti con cancro del collo dell'utero in fase avanzata. Non siamo riusciti purtroppo a salvarli: figli rimasti senza madre, mariti costretti a emigrare lasciando i bambini ai nonni». È anche per questo che Gamba, con il suo piccolo team e l'aiuto di volontari locali, ha deciso di portare presidi sanitari mobili direttamente tra le coltivazioni. Quasi un centinaio di persone si sono sottoposte a controlli che altrove non avrebbero mai potuto permettersi. Si alzano alle quattro e mezza del mattino, si passa l'intera giornata sotto il sole – ha raccontato – ma quando la gente capisce l'importanza della prevenzione, senti che ne vale la pena».Il servizio di Paola Abrate