«In Svizzera inseguo il sogno di debellare la malaria»

Laura Vavassori. A 33 anni, entomologa, ha lavorato per lo Swiss Tropical and Public Health Institute. Studi sul campo nelle zone a rischio in Costa d’Avorio.

«È stato durante il primo anno di Biologia alla Bicocca di Milano che ho avuto la mia rivelazione: durante il corso di Evoluzione ho assistito a una lezione sulle malattie parassitarie. È stato un colpo di fulmine. Per me in quel momento è diventato chiaro cosa volessi fare nella vita, ovvero unire la passione per l’entomologia con la salute pubblica, contribuendo alla ricerca delle malattie parassitarie attraverso lo studio dei vettori che le trasmettono». Laura Vavassori, 33 anni, originaria di Bergamo, racconta così l’istante in cui ha capito cosa avrebbe voluto fare da grande e quale strada avrebbe dovuto intraprendere per raggiungere il suo obiettivo di vita. Una strada che l’ha portata oggi a vivere e a lavorare – studiando le zanzare e le malattie che veicolano – a Basilea, in Svizzera.

«Subito dopo l’estate della maturità (conseguita nel 2007), all’età di 18 anni mi sono trasferita a Milano dove ho frequentato la triennale di Scienze naturali all’Università degli Studi di Milano, conclusa nel 2012. Durante il primo corso di studi ho partecipato al programma Erasmus, trasferendomi all’Università di Salamanca in Spagna. Nel 2015, poi, mi sono specializzata presso l’Università degli studi di Milano Bicocca frequentando il corso di Laurea magistrale in Biologia. Durante i miei studi sono sempre stata attratta e affascinata dal mondo dell’Entomologia, ovvero la scienza che studia gli insetti. Per la tesi di laurea triennale, ad esempio, con il disgusto delle mie amiche, ho studiato una popolazione di grilli cavernicoli nel Veronese. Ricordo in particolare una mia amica, durante la seduta di tesi, che si copriva gli occhi mentre presentavo il mio lavoro, che conteneva foto di svariate cavallette. Questa passione per l’entomologia è rimasta negli anni successivi e mi ha portato a fare un periodo di volontariato al Museo di Storia naturale di Milano nel dipartimento di Entomologia».

Le zanzare non sono solo molto fastidiose in estate, ma sono soprattutto pericolosi vettori di molte malattie come malaria, dengue, chikungunya»

Folgorata, poi, come detto, sulla via della magistrale, Laura ha quindi deciso di dedicare la propria vita contribuendo alla ricerca delle malattie parassitarie attraverso lo studio dei vettori che le trasmettono. «Le zanzare infatti non sono solo molto fastidiose in estate, ma sono soprattutto pericolosi vettori di molte malattie come malaria, dengue, chikungunya. Ho vinto poi una borsa di studio all’università per poter effettuare la mia tesi magistrale in un laboratorio estero. Ed è così che mi sono trasferita per la prima volta in Svizzera, che ora considero casa, e ho conosciuto il Swiss Tropical and Public Health Institute a Basilea, uno dei più importanti centri di ricerca sulla malaria al mondo e il crocevia di studiosi, ricercatori e scienziati provenienti da tutti i continenti». Ed è proprio allo Swiss Tropical and Public Health Institute che Laura ha lavorato negli ultimi 8 anni.

«La Svizzera non mi ha offerto solamente opportunità dal punto di vista lavorativo – spiega –: nel 2014, infatti, appena trasferita, ho incontrato Kilian, che quest’anno diventerà mio marito, con la cerimonia che si svolgerà a Bergamo». Dal 2016, poi, Laura ha intrapreso il percorso di dottorato di ricerca in Epidemiologia al Swiss TPH e all’Università di Basilea, conclusosi a giugno 2020. «Nella tesi mi sono occupata soprattutto delle dinamiche di dispersione e della sorveglianza della zanzara tigre, Aedes albopictus, in Europa. I momenti che ricordo con piacere sono senz’altro i vari corsi a cui ho partecipato, tra cui due mesi trascorsi alla Yale University nel 2019 frequentando un corso di Genomica applicata allo studio dei vettori di malattie. Il mio lavoro di ricerca mi ha permesso di viaggiare in diversi luoghi per partecipare a conferenze, intrecciare collaborazioni e praticare il lavoro sul campo, sia in Italia (Trento, Roma, Bologna, Palermo), che in Europa (Atene, Palma de Mallorca, Istanbul, Lisbona, Montpellier, Liverpool), che nel resto del mondo (Cuba, Usa)».

«Un esempio di controllo della malaria sono le zanzariere trattate con insetticidi da appendere nelle zone in cui si dorme. Fino a qualche anno fa, mi era capitato molto raramente di usarne una. Durante il mio percorso, poi, è invece diventato per me fondamentale»

L’ultimo periodo del dottorato di Laura ha poi conciso con la diffusione del Covid-19 in Italia, soprattutto a Bergamo. «Riuscire a mantenere la concentrazione durante il periodo di stesura della tesi mentre a casa la situazione diventava sempre più critica non è stato facile, così come non aver potuto avere la mia famiglia in sala nel momento della discussione della tesi. Ma guardando il lato positivo, il sistema di discussione con collegamento a distanza, ha permesso anche a molte persone di collegarsi dal vivo da ogni parte del mondo per sostenermi in quel momento tanto importante». Conseguito il dottorato di ricerca in Epidemiologia, Laura ha poi lavorato per un periodo presso l’Iaea, l’Agenzia mondiale atomica a Vienna, occupandosi di sterilizzazione delle zanzare come sistema di controllo. «Un esempio di controllo della malaria sono le zanzariere trattate con insetticidi da appendere nelle zone in cui si dorme. Fino a qualche anno fa, mi era capitato molto raramente di usarne una. Durante il mio percorso, poi, è invece diventato per me fondamentale, soprattutto nelle esperienze sul campo e durante i diversi viaggi di lavoro, utilizzare io stessa queste zanzariere per capire meglio i bisogni delle popolazioni al fine di combattere queste malattie. Così a giugno 2021 mi sono imbarcata in un progetto-missione della durata di un anno alla volta della Costa d’Avorio e della Tanzania, mirata allo studio di questi particolari presidi in zone endemiche. Decisamente un’esperienza di vita. Non è stato facile, ma la consapevolezza di aver fatto la differenza e soprattutto di aver aiutato a formare studenti, cancella tutta la fatica e i ricordi dei mille scarafaggi (si lo so, sono entomologa ma gli scarafaggi proprio non li sopporto, soprattutto quando sono costretta a condividere con loro la stanza per un anno)».

«Il mio futuro lo immagino sempre nella ricerca applicata al controllo delle zanzare per contribuire al miglioramento della salute pubblica e all’eliminazione della malaria»

E il futuro? «Sono rientrata da poco in Svizzera e molto presto inizierò una nuova e stimolante esperienza, occupando una posizione da Technical Manager in una azienda in loco, con progetti di sviluppo di prodotti innovativi per il controllo delle zanzare. Il mio futuro lo immagino sempre nella ricerca applicata al controllo delle zanzare per contribuire al miglioramento della salute pubblica e all’eliminazione della malaria. La mia base rimarrà Basilea, ma i viaggi nell’Africa sub-sahariana e in giro per il mondo continueranno. Mi mancano sicuramente famiglia e amici di sempre, ma Basilea-Bergamo (o Milano) sono solamente 4 o 5 ore di treno, quindi almeno una volta ogni due mesi torno volentieri a trovarli e mangiare una pizza come si deve. Dal punto di vista lavorativo però qui ho più possibilità».

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