Vola a Singapore per lavorare
nel colosso digitale «Google»

Il primo viaggio di Roberta Perini a soli diciassette anni con Intercultura quando frequentava il liceo Lussana. «Ho sempre desiderato conoscere culture diverse». Roberta Perini oggi vive nella Repubblica di Singapore da quasi due anni e lavora per Google, una delle società più grandi al mondo. Ma le radici di questo suo amore per i viaggi e le nuove esperienze sono da ricercare nel suo passato, fin dagli anni del liceo a Bergamo, dove viveva con la famiglia. Infatti, nel 2001, quando frequentava il Liceo scientifico Lussana, suo papà le consigliò una domanda di adesione per una borsa di studio con Afs-Intercultura, sponsorizzata dall’allora Banca Popolare di Bergamo (oggi Ubi Banca). Roberta aveva 17 anni a quel tempo, e si buttò in quella nuova avventura con entusiasmo.

Un gioco. Così è cominciata la mia avventura all’estero che mi avrebbe portata da Hong Kong, a Parigi, Dublino e Singapore», racconta, ricordando l’inizio dei suoi viaggi. Ospitata da una famiglia locale, si è trovata a fronteggiare un inizio difficile, dal momento che non parlava inglese, e ricorda come «un piccolo dizionario italiano-inglese era diventato il mio compagno più prezioso». Ma questo era solamente l’inizio di un’esperienza che Roberta definisce «indimenticabile», che l’avrebbe portata a non abbandonare più la voglia di partire per nuove avventure e «a essere immersa in nuove realtà a contatto con culture differenti». Un amore per la scoperta di usi e costumi diversi che la accompagnerà per il resto del suo cammino.

Dopo essere rientrata in Italia, Roberta ha conseguito la laurea in Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano, durante la quale ha partecipato al progetto Erasmus, con destinazione Dublino, dimostrando di cogliere qualsiasi opportunità le si presentasse per inseguire le proprie passioni. Poi ha iniziato a lavorare a Milano, ma sentiva il bisogno di fare un’esperienza lavorativa all’estero, e non solo di studio, come le due precedenti. Così, nel 2012 è approdata a Parigi, dove ammette di aver avuto un inizio difficile, dal momento che «non è facile integrarsi in una nuova realtà senza parlare benissimo la lingua. Ma essere immersi in un nuovo Paese è il modo migliore per apprendere e dopo tre mesi, come nel caso di Hong Kong con l’inglese, parlavo francese e interagivo con clienti locali».

Grazie alle sue capacità e a questa sua predisposizione d’animo, nel 2013 è stata contattata dal colosso Google e ha deciso di tentare il processo di selezione, nonostante avesse letto quanto fossero difficili i colloqui. La sua determinazione è stata ripagata quando nel maggio dello stesso anno inizia un nuovo capitolo della sua vita a Dublino, sede degli uffici Emea (acronimo dell’inglese «Europe, Middle East and Africa», Europa, Medio Oriente e Africa) di Google, facendo parte prima del team italiano, poi lavorando di nuovo sul mercato francese.

Dopo tre anni nella capitale irlandese, Roberta ha sentito che era il momento giusto per tentare una nuova avventura e ha fatto domanda per una posizione a Singapore, che ha conquistato portando a termine con successo il processo di selezione. Quindi nel 2016 si è trasferita a Singapore, dove si occupa ora per Google della relazione commerciale con due dei loro principali clienti nel settore Automotive per la Regione Asia-Pacifico.

Alla domanda su cosa apprezzi di più di Singapore, oggi una delle città più cosmopolite al mondo, centro importantissimo per l’economia e la finanza, risponde che adora «il clima, la sicurezza e l’efficienza, e il fatto che sia un fantastico hub per viaggiare in tutta l’Asia», in linea con il suo animo di viaggiatrice, che ha continuato a coltivare in questi anni in qualunque momento libero. Effettivamente Singapore è molto distante dall’Italia e dall’Europa in genere, dove risiedono la famiglia e tanti degli amici di Roberta, «ma per fortuna la tecnologia aiuta a restare in contatto nonostante la distanza e poi comunque cerco di tornare in Italia almeno un paio di volte l’anno, per Natale e durante l’estate».

Il fantastico clima tropicale di Singapore, tuttavia, ha anche degli aspetti «negativi» secondo Roberta, che dice che «potrà sembrare strano ma una cosa che mi manca è avvolgermi in un piumone la sera quando vado a letto e sono molto felice di trovarlo quando torno a casa a Bergamo». Inoltre, come quasi tutti i nostri compatrioti residenti all’estero, ammette di aver imparato ad apprezzare ancora di più il nostro patrimonio enogastronomico, e quando rientra in Italia si «sorprende costantemente della ricchezza e qualità dei nostri vini e del cibo che esportiamo in tutto il mondo».

Roberta ha sempre seguito la sua inclinazione per l’avventura e la sua volontà di viaggiare, mettersi alla prova e scoprire nuove realtà, in cui immergersi per arricchire il proprio bagaglio culturale e personale, ma riconosce che «siamo tutte persone diverse e credo sia importante per ciascuno di noi inseguire i propri sogni e fare ciò ci rende felice, sia che questo sia vivere nel Paese natale sia trasferirsi all’estero». Tuttavia, a tutti coloro a cui piacerebbe fare un’esperienza all’estero, ma in dubbio se lasciare la propria zona di confort, estende un invito a buttarsi: «Come qualcuno un giorno mi disse, c’è sempre la possibilità di tornare indietro, ma un’esperienza all’estero apre la mente ed è un’ ottima occasione di crescita personale a professionale, nel bene e nel male».

Infine, Roberta conclude il suo ispirante racconto con un appello ai lettori: «Google è sempre alla ricerca di giovani talenti da inserire nei vari uffici e team in Italia e all’estero. Invito tutti coloro che fossero interessati, curiosi, con spirito di intraprendenza e con una buona padronanza della lingua inglese a consultare il nostro sito carriere a https://careers.google.com/jobs e ad inviarmi il proprio CV a [email protected]».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

© RIPRODUZIONE RISERVATA