Il vescovo: «Da mons. Amadei
in dono il tesoro della comunione»

La Cattedrale di Città Alta era gremita sabato 2 gennaio per i solenni funerali del vescovo Roberto Amadei, presieduti dal cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia. Nella basilica di Santa Maria Maggiore è stato collocato un maxischermo per consentire, ai moltissimi fedeli che non hanno potuto trovare posto in Cattedrale, di seguire la cerimonia.

Alle 9, nella chiesa ipogea del Seminario, si è tenuta la celebrazione delle Lodi. Al termine si è formato il corteo dei vescovi e dei sacerdoti che, passando per via Arena, ha fatto il suo ingresso in Cattedrale alle 10.25. Oltre al vescovo di Bergamo mons. Francesco Beschi sono presenti una trentina di vescovi provenienti da tutta la Lombardia. Dietro il feretro hanno sfilato le autorità civili e militari e i gonfaloni della Provincia e del Comune di Bergamo.

Il cardinale Dionigi Tettamanzi (leggi tutto l'intervento nel link) ha preso la parola all'inizio della cerimonia per un breve ricordo del vescovo Amadei. «A nome mio e dei confratelli lombardi desidero rivolgervi una breve parola - ha detto - In questo momento di grande tristezza sentiamo che il nostro cuore è pieno di intensa gratitudine verso il Signore, perchè il ministero del vescovo Roberto è stato un grande dono. Lui ha mostrato il volto di Cristo a tutti quelli che ha incontrato nel suo ministero, soprattutto nei momenti di paura e sofferenza, e ha svolto una grande funzione educativa delle nuove generazioni, con un continuo e costante riferimento alla Croce.

Nell'omelia di saluto ai sacerdoti del 26 febbraio 2009 ha detto: "E' importante vivere la preziosità del ministero che ci ha concesso gratuitamente il Signore aiutando le persone a scoprire il volto di Dio. Il pastore unico della nostra comunità è lui, lui è il pastore, e noi siamo i suoi strumenti". Ecco - ha continuato il cardinale Tettamanzi - così il vescovo Roberto ha vissuto il suo impegno pastorale, che non è mai venuto meno neanche nel periodo della malattia. E' stato il testimone umile e grande di fiducia e di speranza nel Signore.

Al Signore aveva chiesto di vivere in serenità i giorni che gli sarebbero rimasti, sempre guardando avanti, mai indietro. Il Signore gli ha concesso pochi giorni ma lui li ha vissuti con così tanta fede che noi rendiamo grazie a Dio per questo. Roberto, preghiamo per te perchè il cuore di Dio sia la tua dimora beata e beatificante. E tu prega per noi».

Nell'omelia (leggi il testo integrale nel link), il vescovo Francesco Beschi ha ringraziato il Santo Padre per il messaggio che sarà letto dopo la Comunione e ha ringraziato i vescovi e i rappresentanti della Chiesa cristiana di Bergamo presenti alla cerimonia. «In questo momento è la parola di Dio che entra nel mistero della vita e della morte di chi è stato chiamato dal Signore per essere guida del suo popolo - ha detto il vescovo Beschi - Roberto è morto nei giorni natalizi che sono quelli della nascita di Gesù ma anche i giorni della nostra nascita. Mons. Amadei è nato alla vita eterna il 29 dicembre: quest'ultima nascita lo introduce nell'eternità.

In questo momento vogliamo riproporre alla nostra coscienza questa parola, eternità. Vivere è nascere ogni giorno, fino al giorno di Cristo risorto. Natale e Pasqua di Gesù sono profondamente uniti e noi lo stiamo sperimentando nella morte di mons. Amadei. E' morto colui che è stato apostolo nella nostra Chiesa, concentrando la sua esistenza su Cristo e invitando tutti noi a concentrarsi su questo».

Il vescovo Beschi ha poi ricordato i tratti della personalità di mons. Amadei: «In lui appariva l'essenzialità dei tratti, delle parole e delle espressioni. Non poneva innanzi se stesso, ma la missione da compiere e Cristo Signore. Lui, dopo essere stato ordinato vescovo nella diocesi di Savona-Noli, è stato mandato nella sua chiesa madre. Non succede spesso così. Questa è la terra in cui è nato, è stato battezzato ed è diventato sacerdote.

Scrive nel suo testamento spirituale il vescovo Amadei: "Grazie alla diocesi bergamasca che ho cercato di servire come presbitero e come vescovo. E' molto di più quello che ho ricevuto di quello che ho donato". Infine - ha concluso il vescovo Beschi - in questi giorni di intensa partecipazione  ho detto che questa condivisione era l'ultimo regalo che ci ha fatto mons. Amadei. Mi permetto di portare nel cuore un elemento di estrema sintesi, il principio della comunione. E' certo una grande diocesi la nostra e proprio perchè è grande, la pluralità non è solo una connotazione qualitativa ma quantitativa. Proprio per questo il principio dell'unità che mons. Amadei ci ha lasciato è il tesoro che vogliamo raccogliere e custodire.

La sua malattia è stata sorprendentemente veloce e nella sua malattia mons. Amadei ci ha lasciato la testimonianza più preziosa della sua fede. "Quando lassù ci sarà l'incontro con il Padre - ha detto - ognuno di voi sarà nel mio ricordo e nel mio cuore"». 

Dopo la Comunione ha preso la parola il vescovo ausiliare Lino Belotti (leggi il testo integrale del suo intervento nel link), che ha ricordato la vita e le opere di mons. Amadei, dal suo sacerdozio alla nomina a vescovo. «Un pastore che ha servito la sua Chiesa per tutta la vita - ha detto - ed è stato 30 anni in Seminario, la sua casa amata, come docente, preside e rettore. Fu un trentennio di mutazioni epocali e lui si pose come attento lettore del cambiamento dei tempi per individuare nella nostra chiesa i punti di forza da far maturare.

Quel piccolo prete, buon giocatore di pallone, divenuto vescovo si è fatto conoscere come buon operatore pastorale. Non tardò a dimostrare il suo amore per i poveri, gli ultimi, gli ammalati, i carcerati, gli immigrati italiani all'estero e gli immigrati nella nostra diocesi, i coniugi separati e divorziati. La sua sensibilità creò opere concrete: la Casa Raphael, il dormitorio Galgario, l'istituto La casa, l'opera contro lo sfruttamento delle donne, il fondo per le famiglie in crisi, la messa serale sostenuta dal Patronato di Sorisole. Si interessò anche del patrimonio immibiliare della diocesi, degli oratori, delle opere della Caritas, delle missioni diocesane all'estero».
 
E' stato poi letto il messaggio del Papa inviato al vescovo Beschi: «Appresa la mesta notizia del decesso dell'Eccellentissimo mons. Roberto Amadei dopo dolorosa malattia vissuta con esemplare fede e cristiana sopportazione, il Sommo Pontefice partecipa spiritualmente al lutto che colpisce codesta comunità diocesana esprimendo a vostra Eccellenza, al presbiterio e ai familiari del compianto presule e ai fedeli tutto il suo profondo cordoglio. Nel ricordare il generoso e fecondo ministero episcopale di un così zelante pastore, il Santo Padre innalza fervide preghiere di suffragio, affidandolo alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, e mentre invoca il premio eterno promesso ai fedeli servitori del Vangelo nella speranza della Risurrezione in Cristo impartisce a quanti condividono il dolore per la grave perdita la confortatrice benedizione apostolica».

Dopo le esequie funebri, la salma di monsignor Amadei è stata tumulata nella cripta dei vescovi, sotto il presbiterio della Cattedrale: potrà essere visitata dalle 15 del pomeriggio di lunedì 4 gennaio.

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