Ghisalba, schianto in moto 
Muore una guardia giurata

Stava tornando a casa per raggiungere il posto di lavoro e iniziare il turno serale come guardia giurata, quando a Ghisalba, lungo la provinciale Francesca, è scivolato dalla sua moto venendo poi catapultato mortalmente all'interno di una rotatoria. Un volo che non ha lasciato scampo a Fabio Lo Faro, quarantenne di Fara Gera d'Adda, nato a Francoforte da genitori di origine meridionale ma da parecchi anni in Italia.

La motocicletta era la sua grande passione: appena gli impegni di famiglia – era sposato e padre di un figlio – e quelli lavorativi glielo consentivano, saliva in sella alla Suzuki 1000 così come ha fatto anche sabato. Partito da casa nel primo pomeriggio, aveva programmato di rientrare verso le 18,30, per cambiarsi e iniziare il turno al pronto intervento dell'Ispb (Istituto sorveglianza provinciale bergamasco). Non è possibile sapere quale percorso abbia compiuto, di certo è che alle 18 il motociclista ha imboccato, nel territorio di Mornico, la strada provinciale Francesca in direzione di Ghisalba.

In sella alla potente Suzuki Gsx ha percorso il lungo tratto rettilineo intervallato da tre rotatorie, l'ultima delle quali situata circa mezzo chilometro prima dell'incrocio con la ex statale Soncinese 498. Uno dei due testimoni dell'accaduto è un trentaquattrenne di Palosco che viaggiava a bordo della sua Mercedes ML: «Ero dietro tre macchine – ha raccontato Giovanni Asperti – quando la moto mi ha superato, così facendo anche con le auto che mi precedevano. Dopo pochi secondi ho visto a distanza si una cinquantina di metri la moto volare in alto e così anche il motociclista. Ci siamo fermati e abbiamo prestato soccorso».

Stando appunto alla testimonianza dell'automobilista e ai rilievi effettuati poi dalla polizia stradale di Bergamo, all'origine dell'accaduto potrebbe esserci stata l'eccessiva velocità. Dopo il quadruplo sorpasso, come ricostruito dalla Polstrada, Fabio Lo Faro sarebbe rientrato nella propria corsia di marcia, forse accorgendosi in ritardo che era ormai prossimo al rondò. A questo punto, per limitare la velocità, il motociclista ha frenato bruscamente e la sua moto ha perso aderenza, cadendo sull'asfalto sul fianco destro, ormai senza controllo. Dieci metri di strisciata, come evidenziato dei segni rimasti sulla carreggiata, durante la quale la moto e il suo guidatore non hanno coinvolto altri mezzi.

Fabio Lo Faro e la Suzuki sono quindi andati a urtare violentemente il cordolo della rotatoria. Un impatto che ha avuto un effetto determinante, catapultando il mezzo e il centauro verso l'alto non prima di avere abbattuto parzialmente un cartello segnaletico. Dopo il contatto con il cordolo e il cartello, moto e guidatore sono stati scaraventati in alto per quattro metri, ricadendo entrambi poco distanti dal cordolo, nel terreno interno alla rotatoria. E sarebbe proprio nel cadere rovinosamente a terra che Fabio Lo Faro avrebbe riportato le ferite che non gli hanno lasciato scampo, forse anche urtando un tombino posto in mezzo all'erba.

I primi automobilisti che si sono fermati hanno verificato la gravità della situazione, richiedendo subito l'intervento del 118. Fabio Lo Faro respirava ancora ma non era cosciente. Sul posto pochi minuti più tardi sono giunte un'autoambulanza e l'automedica, il cui personale ha fatto ogni tentativo per rianimare lo sfortunato motociclista, deceduto mezz'ora dopo.

Fabio Lo Faro lavorava da quattro anni per l'Istituto sorveglianza provinciale bergamasco occupandosi del pronto intervento nelle zona della Bassa occidentale, vicino a casa, come lui aveva chiesto esplicitamente al suo responsabile, che ieri è stato colpito dalla morte del collega: «Abbiamo perso una persona seria, professionalmente capace – ha ricordato il maresciallo Piero Chiesa – sulla quale il nostro istituto faceva grande affidamento. Era un ragazzo molto riservato e comunque sempre disponibile all'occorrenza».

Come guardia giurata Fabio Lo Faro aveva maturato una significativa esperienza all'Istituto di vigilanza Città di Milano: trasferendosi nella Bergamasca era stato assunto dall'istituto della Città di Bergamo. Solo quattro mesi di incarico e poi, su sua richiesta, era stato trasferito all'Ispb. La salma di Fabio Lo Faro, su disposizione del magistrato, è stata trasferita nella serata di sabato a Fara d'Adda, dove l'uomo abitava con moglie e il figlio che frequenta la scuola media. I funerali dovrebbero essere celebrati lunedì. F.B.

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