Calcinate: il ricordo dei due figli
ai funerali del carpentiere travolto

Folla commossa e chiesa di Santa Maria Assunta gremita lunedì per i funerali di Claudio Cominelli, il carpentiere di 48 anni travolto giovedì 4 marzo da un furgone mentre stava parlando su una piazzola di sosta dell'autostrada A4 all'altezza del «Kilometro Rosso».

Durante la sua omelia, il parroco don Davide Gregis ha sottolineato che «di fronte alla morte i nostri gesti d'amore e il nostro lavoro hanno un significato profondo. E sono proprio quei gesti d'amore che vincono la morte. In questi giorni di dolore abbiamo rinnovato la bellezza della vita di Claudio: il suo amore per il lavoro e la sua battuta pronta».

Toccanti i ricordi dei figli che hanno letto due scritti. Il ventitreenne Eros, che si trovava con il padre al momento dell'incidente e che ha portato anche lui la bara sulle spalle, ha raccontato le ultime parole del padre prima di scendere dal furgone, i sentimenti di rabbia e di dolore che ha provato dopo l'incidente e il saldissimo legame che lo legava a Claudio, un amico oltre che un padre. Pamela, di 18 anni, ha espresso il suo rammarico per una fine così tragica, per non aver avuto nemmeno la possibilità di dare l'ultimo saluto al papà.

Claudio Cominelli giovedì scorso aveva accostato il suo furgone in una piazzola di sosta dell'A4 e, a piedi, si era avvicinato al finestrino del conducente di un altro furgone, un suo conoscente, con il quale doveva far due parole per lavoro. Ma, all'improvviso, era stato travolto da un terzo furgone, il cui conducente aveva perso il controllo del mezzo proprio all'altezza della piazzola di sosta.

L'impatto era stato violentissimo e Cominelli era morto sul colpo. Travolto il quarantottenne, il terzo furgone aveva tamponato lo stesso veicolo dal quale il carpentiere era sceso: al posto del passeggero era seduto il figlio Eros, che aveva riportato ferite non gravi, ma che era stato ricoverato ai Riuniti in stato di choc.

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