I precedenti: a Verdellino nel 2007
fu trovato morto il piccolo Angelo

L'utimo caso di un neonato trovato morto nella nostra provincia risale al 13 aprile 2007 a Verdellino, quando un fagottino venne ritrovato appoggiato su un sacco dell'immondizia in mezzo a una discarica abusiva, a lato di una strada della zona industriale. Il corpicini senza vita di un maschietto era avvolto in un panno.

La tragica scoperta era stata fatta da un pensionato. Il bimbo, di carnagione chiara, era nato vivo, gli avevano dato da mangiare ma poi, si era scoperto attraverso l'autopsia, lo avevano ucciso soffocandolo con lo stesso panno che gli era stato trovato attorcigliato al collo. Il sindaco di Verdellino, Giovanni Bacis, aveva deciso di chiamarlo Angelo e il Comune si era fatto carico dei funerali e della sepoltura.

I carabinieri della stazione di Zingonia avevano incentrato le indagini nell'ambiente della prostituzione, ma la madre non è ancora stata trovata. Si pensa che possa essere una lucciola dei Paesi dell'Est: viale degli Anedari dista infatti poche centinaia di metri dalla provinciale Francesca, strada della Bassa nota per la presenza di prostitute di colore durante la notte e di lucciole dell'Est Europa anche di giorno.

Gli accertamenti negli ospedali della zona non avevano dato esito, ma le indagini sono molto difficili in un ambiente in cui regna l'omertà: nessuna ragazza aveva segnalato qualche altra lucciola che era incinta nelle settimane precedenti o che aveva già partorito.

Era stata trovata viva invece la piccola Benedetta, abbandonata in una scatola sul cofano di un'auto davanti alle piscine di Almè il 25 febbraio 2010. Era nata da poche ore e qualcuno l'aveva lasciata avvolta in asciugamani e con il cordone ombelicale tagliato e chiuso con una molletta da bucato.

Nella zona, tre anni prima, ci furono altri due ritrovamenti simili. La sera del 2 gennaio 2007 in un parcheggio di Paladina, lungo la Dalmine-Villa d'Almè, venne trovata una bimba abbandonata subito dopo il parto all'interno di uno scatolone sul cofano di un'auto. A trovarla fu la giovane commessa Giada Roncalli del negozio «Treemme». E in suo ricordo la bambina fu chiamata Giada.

A ripercorrere il calendario a ritroso, nel corso degli anni, si ritrovano storie simili. Come quella di Alessio, che il 17 luglio del 2004 fu abbandonato alle Ghiaie di Villa d'Almè. A trovarlo fu un autista albanese che alle 6 del mattino, passando vicino all'edicola, intravide il neonato.

Più triste la storia di Giorgia, trovata l'8 marzo del 2006 a Osio Sotto in via don Minzoni: la bimba fu soccorsa in condizioni gravissime e morì due giorni dopo il ritrovamento nonostante gli sforzi dei medici degli Ospedali Riuniti che la sottoposero a un delicato intervento cardiochiurgico.

Clamoroso il caso di Anita, che fu abbandonata all'ospedale Bolognini di Seriate il 2 luglio 2005. La donna fornì generalità false ai medici e dopo aver dato alla luce la piccola sparì. Tornò dopo tre giorni all'ospedale e spiegò al personale che si era dovuta assentare per recuperare i passaporti.

A trovare Matteo, vicino a un cantiere di Chignolo, il 10 maggio 2001, fu un muratore che abitava a un centinaio di metri di distanza. Il bimbo aveva poco meno di un mese di vita e poco tempo dopo fu adottato da una coppia bresciana

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