«Ho aperto il fagotto, che strazio»

Il corpo di un neonato maschio, di carnagione chiara, con ancora il cordone ombelicale attaccato, è stato trovato martedì alle 10 da un operatore ecologico accanto al cancello della ditta «Scaini Calzature» di via Matteotti ad Arcene, in una zona pubblica utilizzata come parcheggio dietro la discoteca Shiva, l'ex Capriccio.

Il corpicino, nudo, senza segni di violenza, pulito, era avvolto in una vestaglia rosa dentro un sacchetto di carta di un negozio di abbigliamento di Verdello. Nel sacchetto, con i manici in corda, c'era anche uno straccio azzurro insanguinato. Nessuno della ditta ha fatto caso al sacchetto, pensando che contenesse rifiuti. Addirittura un muratore, che aveva il camion parcheggiato proprio nel punto in cui è stato trovato il bambino, alle 5.30 è partito per andare a lavorare e non si è accorto di nulla.

A lanciare l'allarme è stato un operatore ecologico del comune di Arcene, Mario Gelmi, che stava pulendo le strade della zona. Quando ha visto il sacchetto si è avvicinato per portarlo via ma ha visto dei piedini spuntare dalla vestaglia. Ha aperto il fagotto e ha visto il cordone ombelicale: ha subito chiuso la vestaglia senza toccare il corpicino e ha chiamato i carabinieri.

«Ho tirato indietro la stoffa e ho visto dei piedini, ho pensato che fosse una bambola ma poi ho visto l'organo genitale con un po' di cordone ombelicale attaccato sul bacino e a quel punto ho capito che si trattava di un neonato. Un'immagine straziante». Così ha spiegato Gelmi. «Stavo spazzando la carreggiata, quando ho notato una borsa che mi ha insospettito perché oggi non è il giorno della raccolta dei rifiuti - ha raccontato -. Era una borsa scura, con del tessuto rosa che fuoriusciva. Ho voluto verificare il contenuto, perché a volte capita che vengano buttate in questo modo le carcasse degli animali morti».

Nella zona, spiegano i residenti, è normale trovare sacchetti e rifiuti abbandonati: è un posto molto frequentato e spesso sono stati trovati anche sacchi con animali morti. Per questo motivo nessuno martedì mattina ha fatto caso al fagottino abbandonato.

L'operatore ecologico ha chiamato i carabinieri che sono intervenuti con diverse pattuglie: sul posto i militari del Nucleo operativo radiomobile di Treviglio, del Nucleo investigativo di Bergamo e della stazione di Verdello. E' arrivato anche il sindaco di Arcene, Giuseppe Foresti, con gli agenti della polizia locale.

Al momento si ignorano le cause della morte del piccolo, che secondo un primo esame esterno sarebbe morto tra le 24 e le 36 ore prima del ritrovamento, e chi sia la madre. Nessuno sembra aver visto movimenti sospetti vicino alla ditta: forse la mamma ha abbandonato il bimbo dopo averlo partorito vivo sperando che qualcuno, entrando in azienda al mattino, lo trovasse e se ne prendesse cura. Oppure il piccolo potrebbe essere stato abbandonato già morto. Sarà l'autopsia, disposta dal magistrato, a far luce sull'accaduto. I carabinieri escludono comunque che sia stato partorito nel luogo dove è stato trovato.

Un passante, che lunedì alle 23 era davanti alla ditta, ha assicurato di non aver visto alcun sacchetto. E' probabile quindi che il bimbo sia stato abbandonato nella notte. Il corpo del neonato è stato composto nella camera mortuaria dell'ospedale di Treviglio: il magistrato che coordina l'inchiesta, il pm Letizia Ruggeri, disporrà l'autopsia per i prossimi giorni. Le indagini non escludono nessuna pista: i carabinieri sentiranno tutti gli ospedali ma è quasi certo che il piccolo non sia stato partorito in una struttura sanitaria. Si indaga anche nel mondo della prostituzione dell'est europeo.

«E' una tragedia, mai ci saremmo aspettati una cosa simile nel nostro paese - ha detto il sindaco - Nessuno sa darsi una spiegazione per quello che è successo a questo povero bambino. Il Comune comunque si farà carico dei funerali e della sepoltura. È un dramma nel dramma,  un dramma sia per il piccolo, che per la madre che in qualche modo è stata costretta ad abbandonarlo».

La stessa cosa che era successa a Verdellino tre anni fa, quasi negli stessi giorni (era il 13 aprile), quando un neonato venne trovato morto in una discarica e tutto il Comune fece a gara per pagare le spese dei funerali e dargli una degna sepoltura. Il bimbo, che si scoprì essere nato vivo e poi soffocato, fu chiamato Angelo. La madre non è mai stata trovata.

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