Maxi frode fiscale e contributiva
La Gdf scopre 1000 irregolari

Sembrava tutto a posto, i lavoratori erano contenti e le buste paga in regola, ma 4 società sono state controllate dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Bergamo ed è saltata fuori una frode fiscale e contributiva per milioni di euro. Le società hanno operato nel settore dell'edilizia e tutte hanno sede operativa nella provincia di Bergamo. Nonostante negli anni dal 2006 al 2008 abbiano complessivamente conseguito ricavi per oltre 40 milioni di euro ed impiegato oltre 1100 lavoratori, non hanno mai presentato le dichiarazioni fiscali previste né versato le imposte dovute.

Accanto all'evasione fiscale così realizzata, le imprese si sono preoccupate di far apparire regolare la posizione contributiva dei loro operai. Minuziosi accertamenti bancari effettuati dai finanzieri hanno permesso di dimostrare che gli stipendi sono stati pagati “in nero”, con soldi prelevati in contanti dai conti correnti delle società. In questo modo, per il fisco gli operai risultano non aver percepito redditi, mentre per l'INPS e per l'INAIL sono in regola, in quanto le società controllate hanno utilizzato lo strumento della compensazione, che permette di utilizzare un credito tributario per compensare appunto debiti tributari e previdenziali.

Le società hanno allora fatto apparire di aver maturato crediti IVA in realtà non esistenti per circa 5 milioni di euro e li hanno usati per compensare i contributi previdenziali ed assistenziali dovuti per i lavoratori, che quindi nessuno ha mai pagato. Attraverso questi meccanismi, le imprese hanno conseguito più di un vantaggio: hanno evaso le imposte, hanno finto di pagare i contributi per i loro lavoratori e quindi si sono slealmente avvantaggiate rispetto ai loro concorrenti, potendo contare su un costo del lavoro più basso.

Oltre alla denuncia alla Procura della Repubblica di Bergamo di 11 responsabili, sono stati segnalati al Ministero dell'Economia e delle Finanze, per le sanzioni amministrative conseguenti, 7 persone per aver movimentato denaro contante per importi superiori a 12.500 euro, senza aver utilizzato intermediari abilitati.

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