I funerali del coach di pallavolo
«Perché? Non dovevi mollare»

Una folla commossa, ragazze e ragazzi, dirigenti sportivi della Polisportiva Excelsior, ha partecipato giovedì 6 maggio ai funerali di Giordano Alborghetti, l'allenatore di volley deceduto martedi sera colpito da un improvviso malore durante l'allenamento che stava conducendo.

«Un bacio enorme…, ci manchi già, ti vogliamo davvero bene Giordy. Il tuo sgangherato Excelsior». Sono le parole conclusive lette dalle giovani pallavoliste Under 14 della Polisportiva Excelsior di Borgo Santa Caterina che, tra le lacrime e a nome delle compagne di squadra, di tutti gli atleti e i dirigenti, hanno salutato il loro coach.

Frasi semplici ma espressive e piene di dolore: «Tu, durante le partite, quando eravamo sotto di 24 punti e non ce la facevamo più, chiamavi il time out e ci spronavi a giocare con più voglia, tirare fuori la grinta e non mollare per nessuna ragione, poi la partita ricominciava. Ecco allora mi sapresti spiegare per quale motivo hai mollato? Perché? Non dovevi!».

Ai funerali di Giordano erano presenti il presidente della Polisportiva Excelsior Ottavio Rota, con tutti i dirigenti e il responsabile della sezione pallavolo Osvaldo Milesi, nonché presidente della Fipav bergamasca, che ha sottolineato: «Il pregio di Alborghetti era la serenità e l'amore per lo sport, in particolare la pallavolo. Sportivi rari che fanno bene allo sport e ai giovani».

Ai funerale non hanno voluto mancare i colleghi della banca San Paolo filiale di Bonate Sotto che si sono stretti intorno al dolore dei familiari di Alborghetti, che era nato 39 anni fa a Terno d'Isola ma che attualmente abitava a Mapello.

Il rito funebre è stato celebrato dal parroco don Renato Belotti con il direttore dell'oratorio di Borgo Santa Caterina Cristiano Re. Al termine delle esequie il feretro è stato portato al cimitero di Terno d'isola dove, tra le preghiere e le lacrime dei suoi familiari e delle ragazze Under 14, la salma è stata tumulata.

La tragedia era successa martedì sera verso le 21, nella palestra in viale del Santuario in Borgo Santa Caterina quando le ragazze avevano visto il loro allenatore cadere improvvisamente a terra. «Avevamo finito il riscaldamento e stavamo iniziando a fare il primo esercizio in preparazione alla partita di sabato, l'ultima di campionato, a Galbiate - ha raccontato ancora sconvolta Silvia Ghisleni, una delle atlete che gioca in serie D -. Giordano era lì, davanti a me, oltre la rete, con una palla in mano pronto a lanciarmela per iniziare a lavorare, e proprio lì ha avuto come una scarica, devastante, che l'ha fatto crollare a terra in avanti, di botto».

«Sono subito corsa da lui, pensavo stesse scherzando, e invece il viso di Gio (così lo chiamavano le sue ragazze, ndr) era completamente bianco e gli occhi semi aperti. Poi Claudio (Aiello, il primo allenatore, ndr) ha cominciato a fargli il massaggio cardiaco, ma il viso di Gio diventava sempre più scuro. Non capivamo più nulla, io insieme ad altre eravamo attorno a lui, altre ragazze erano fuori ad aspettare che arrivasse l'ambulanza del 118».

I familiari hanno acconsentito alla donazione delle cornee, l'unica possibile dopo la rottura dell'aorta.

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