Ex consigliere rapinava lucciole
«Era un'ossessione: assolvetelo»

«Per me è totalmente incapace di intendere e volere e dunque va assolto perché non imputabile. Però è socialmente pericoloso e perciò chiedo che venga applicata la misura della custodia in ospedale giudiziario per un periodo non inferiore ai 2 anni».

Il colpo di scena al processo contro Felice Cogliati, 63 anni, l'ex consigliere comunale di Vaprio d'Adda alla sbarra con l'accusa di aver picchiato e rapinato alcune prostitute non per soldi ma per costringerle a sloggiare dal paese, lo ha regalato martedì il pm Francesco Verderese.

Il sostituto procuratore ha contestato le perizie psichiatriche che avevano accertato il parziale vizio di mente dell'imputato: «Sono dati contraddittori perché nelle relazioni si parla di parziale incapacità, ma poi si evince che la personalità di Cogliati non è in grado di dominare interamente l'impulso ossessivo che lo porta ad agire contro le prostitute».

È una storia che oscilla fra la giustizia fai-da-te e la delusione politica, quella che viene contestata a quest'uomo, ora trasferitosi a vivere in Sardegna dopo aver abitato prima a Cologno e poi a Vaprio d'Adda. Cogliati nel 1994 era diventato consigliere comunale di minoranza a Vaprio dopo aver perso la sfida come candidato sindaco per la Lega Nord (da cui è uscito nel 1999).

La sua ossessione, secondo l'accusa, erano le nigeriane che si prostituivano sulla Francesca. Cogliati, dopo che il suo mandato di consigliere comunale era scaduto, aveva intrapreso una sua personale missione contro il meretricio: passava in strada, disturbando le lucciole e minacciando di chiamare i carabinieri.

Stando alle contestazioni, tra il 2005 e il 2006, talvolta avrebbe anche passato il segno rapinando le prostitute con coltello e pistola. Il suo obiettivo non erano i soldi, ma la volontà di spaventarle e umiliarle, di modo che lasciassero Cologno. In un'occasione, stando al pm, avrebbe costretto, nel bel mezzo di una nevicata, una ragazza a spogliarsi e a consegnargli gli abiti con cui sarebbe poi fuggito; in un'altra avrebbe gettato addosso a una lucciola del liquido infiammabile minacciando di darle fuoco.

A Cogliati la polizia locale di Cologno era risalita grazie ai numeri di targa di auto e moto, forniti dalle presunte vittime. Ma l'uomo è anche accusato di aver diffamato il Comune di Cologno e il sindaco Roberto Legramanti, costituitisi parte civile a processo.

L'ex consigliere li accusava di aver tollerato la prostituzione sulle strade del paese e lo aveva fatto, per l'accusa, con un video hard diffuso su Internet con dei sottotitoli sarcastici in cui si ringraziava il primo cittadino per la presenza delle lucciole.

L'avvocato Matteo Anzalone, rappresentante di parte civile per il Comune, ha sottolineato che il filmato «offende il prestigio e l'immagine del Comune che ha sempre cercato di contrastare il fenomeno». Anche Francesca Longhi, legale del sindaco Legramanti, ha ricordato la «natura diffamatoria del video».

Entrambi gli avvocati hanno chiesto l'affermazione della penale responsabilità e 20 mila euro di risarcimento provvisionale per i propri assistiti. Ne ha chiesti 15 per ciascuna delle due nigeriane presunte vittime, l'avvocato Federico Merelli. Per il quale l'imputato aveva voluto agire in prima persona perché «secondo lui sindaco e Comune non facevano abbastanza».

Il difensore Luca Baj, bollando le accuse come falsità e chiedendo l'assoluzione per Cogliati, ha invece voluto spiegare il «contromovente», e cioè il motivo per cui le lucciole avevano deciso di denunciare l'ex consigliere: «Perché con le sue proteste e i suoi passaggi disturbava la loro attività illecita e perché così potevano ottenere un permesso di soggiorno per motivi di giustizia». Sentenza attesa per l'8 giugno.

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