La tariffa di igiene ambientale
si dovrà pagare al Comune

Per qualcuno - in particolare i titolari di partita Iva - si tradurrà in un aumento dell'11,5 per cento, e cioè l'importo dell'Iva stessa che non potrà essere recuperata. Per tutti gli altri in una piccola seccatura in più: perché, almeno per quest'anno, il pagamento della Tia (la tariffa di igiene ambientale), che la sentenza della Corte costituzionale dello scorso luglio ha assimilato a un tributo trasformandola in tassa rifiuti, non potrà più essere effettuato tramite addebito in conto corrente assieme alla bolletta del gas.

È stato il chiarimento sulla natura giuridica della tariffa da parte della Consulta a rendere di fatto impossibile la riscossione da parte della concessionaria del servizio, cioè Aprica A2a, obbligando il Comune a occuparsene direttamente.

E così si potrà pagare attraverso bollettino postale, bonifico con l'Iban indicato, oppure direttamente all'ufficio tributi di Palafrizzoni, dove si potrà saldare anche con carta bancomat. «Dal prossimo lunedì – spiega l'assessore al Bilancio Enrico Facoetti – bisognerà rivolgersi direttamente agli sportelli di piazza Matteotti (opportunamente adeguati sul fronte dell'organico) anche per le comunicazioni riguardanti le residenze e le occupazioni di nuovi locali. Il mese prossimo, inoltre, tutti gli utenti (65 mila, 10 mila dei quali partite Iva) riceveranno il bollettino con una lettera in cui si motiverà il passaggio e si daranno le informazioni indispensabili al pagamento».

Le tempistiche resteranno le stesse: soluzione unica, oppure versamento in rate trimestrali con la prima scadenza al 31 luglio e cioè posticipata di un paio di mesi rispetto a quella abituale del 31 maggio.

Gli sportelli di piazza Matteotti resteranno aperti dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 16, mentre per informazioni telefoniche, in attesa che vengano istituite due nuove linee dedicate, ci si potrà rivolgere ai seguenti numeri: 035.399002, 035.399543, 035.399544 e 035.399433.

Maggiori informazioni su L'Eco di Bergamo del 21 maggio

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