Sulla Provincia critiche pesanti
Pirovano: non è la nuova bandiera

Sulla bandiera presentata dalla Provincia di Bergamo - voluta dal presidente Ettore Pirovano di colore verde e con la scritta «Berghèm» - piovono commenti e i toni si fanno anche molto pesanti. Il più critico è  Antonio Misiani, parlamentare e tesoriere nazionale del Pd, che proprio non usa mezze parole. «Nella bergamasca - scrive Misiani - stanno chiudendo fabbriche su fabbriche e migliaia di persone sono in cassa integrazione o disoccupate. Ci aspetteremmo che l'amministrazione provinciale si occupasse di questi problemi, perché solo un imbecille o un provocatore può pensare di impiegare tempo e soldi dei cittadini per cambiare la bandiera della Provincia».

«Eppure - prosegue il parlamentare del Pd - questo è quanto sta avvenendo a Bergamo: un nuovo vessillo, con sfondo verde leghista (al posto del giallo e del rosso tradizionali) e il nome di Bergamo in dialetto. Imporre nelle istituzioni colori e simboli di partito è una vergogna, un atto di prevaricazione di una minoranza faziosa. Contrasteremo la bandiera di Pirovano in tutte le sedi: il vessillo della provincia appartiene a tutti i bergamaschi, non è proprietà privata della Lega Nord».
(Ascolta la nostra intervista a Misiani: nell'allegato qui a lato)


Il presidente Ettore Pirovano non si scompone e spiega che alla base di tutta la polemica c'è «un problema di disinformazione, perché questa non è la nuova bandiera della Provincia». L'amministrazione di via Tasso, dice, ha solo preparato «una bozza di una nuova bandiera basandosi sul gonfalone ufficiale della Provincia, attualmente in uso: il gonfalone è verde ed è stato solo messo in orizzontale, sostituendo le parole "Bergomatum Ager" con "Berghèm", scritta ripresa dall'ingresso di via Tasso, e che significa casa sul monte».

La bozza - precisa Pirovano - è stata studiata solo per l'occasione fornita dall'inaugurazione della targa dedicata a Papa Giovanni al rifugio Ca' San Marco.
(Ascolta la nostra intervista a Pirovano: nell'allegato qui a lato)


Carlo Saffioti, coordinatore del Pdl bergamasco, è pacato nei toni, fermo nei contenuti: «Dato e non concesso che la Provincia possa avere una bandiera, considerato che ha già un gonfalone, credo, comunque, che qualunque sua modifica debba seguire una procedura ben precisa e debba essere condivisa e approfondita. Siamo stati messi di fronte a un fatto quasi compiuto: il presidente Pirovano ha fatto una forzatura, quanto meno mediatica, e si è fatto prendere un po' la mano. E questo metterci di fronte a tale forzatura non è stato apprezzato. Ci sono temi più importanti e urgenti da affrontare, temi sui quali tra noi e la Lega, peraltro, c'è piena sintonia. Sulla questione della bandiera, o della modifica del gonfalone credo sarà opportuno un approfondimento. Anche perché per quanto riguarda i contenuti del simbolo della provincia ci deve essere un confronto tra le parti politiche»


Valter Grossi e Nicola Carrara di Alleanza per L'Italia
, il movimento che fa capo a Rutelli, scrivono: «L'ennesima trovata del presidente Pirovano non va sottovalutata, perché il manomettere simboli istituzionali, piegandoli a un volgare spirito di parte è segno di decadenza e, come dimostra la storia, spesso foriero di guai assai peggiori. Dopo tanta ipocrisia sugli alpini, l'idea odierna rivela pulsioni scessioniste e soprattutto un atteggiamento proprietario verso le Istituzioni, quasi come se la loro stessa esistenza fosse legittimata dal loro colore politico. Iniziative come queste per fortuna rafforzano nelle persone più avvedute la convinzione che sia ormai inderogabile la necessità di tagliare i costi della politica, magari a partire dalla soppressione delle provincie».

Le altre reazione, raccolte nella giornata di venerdì:
«Non mi turba il fatto che ci sia la scritta Bèrghem – commenta il capogruppo del Pdl in Consiglio provinciale Giuseppe Bettera –. Certo "Bergamo" era più internazionale, però non mi sembra niente di grave su cui fare polemica, i problemi sono altri. È normale che quando si cambia il capitano voglia ammodernare la nave».

«Evidentemente non era urgente l'esposizione del Tricolore, ma la nuova bandiera della Provincia sì», ironizza il capogruppo del Pd Franco Cornolti. «Nel prossimo Consiglio – annuncia Cornolti – presenteremo anche una mozione per chiedere le iniziative che la Provincia intende organizzare per il 150° dell'Unità d'Italia. Certo i bergamaschi non hanno bisogno della scritta "Bèrghem" per sapere di essere a Bergamo, mentre per gli altri sarebbe più utile la scritta in italiano».

Vittorio Milesi (Lista Bettoni): «Se pensano che i problemi dei bergamaschi sia il "Bèrghem" sono messi davvero male. Si confrontino sulle questioni vere, e non facciano leva su queste cose che niente hanno a che vedere con i problemi dei bergamaschi». 

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