«Uomo di grande fede e generosità»
In tanti per l'ultimo abbraccio a Burla

Grande commozione a Concesa, frazione di Trezzo D'Adda, ai funerali di Giacomo Burla, l'impiegato cinquantottenne morto tragicamente mercoledì pomeriggio alla stazione Centrale di Treviglio, travolto da un treno dopo avere salvato la vita alla moglie Amalia, rimasta incastrata nella porta di un carrozza del medesimo convoglio e poi liberata dal coniuge.

Il corteo funebre si è mosso dalla camera mortuaria del cimitero di Treviglio, dove il feretro di Giacomo Burla era stato esposto nella mattinata di venerdì, in direzione del santuario mariano di Concesa, lo stesso dove l'impiegato da otto anni con dedizione faceva l'organista.

Alla funzione religiosa non era presente la moglie di Giacomo Burla: Amalia Di Chello si trova infatti ancora ricoverata all'ospedale di Treviglio nel reparto di Chirurgia, sottoposta alle cure per la frattura alla clavicola e diversi traumi riportati nella caduta a terra, e nell'urto col treno in movimento, ma soprattutto a un trattamento psicologico per la tragedia alla quale ha assistito. Accanto alla donna ricoverata è rimasta la figlia Sonia, mentre l'altra figlia dei coniugi Burla, Marcella, ha voluto seguire il funerale del padre.

Tante le persone che hanno voluto dare l'addio a Giacomo Burla, tra queste amici e diversi colleghi dell'azienda milanese per la quale l'impiegato lavorava da una decina d'anni. Durante l'omelia padre Giorgio Maria Farè, priore del santuario di Concesa, ha ricordato Giacomo Burla per la sua grande fede e generosità, dimostrata anche nel suo ultimo gesto col quale ha sacrificato la propria vita per quella della moglie. Al termine della messa il feretro di Giacomo Burla è stato accompagnato per la tumulazione al cimitero di Vaprio d'Adda, comune dove risiedono le figlie dell'impiegato.

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