L'ambiente ringrazia il tram
Calano le auto e lo smog

L'ambiente ringrazia il tram. Ad un anno dal suo ingresso a pieno regime (il debutto in realtà fu ad aprile 2009, ma il servizio in pianta stabile cominciò con l'avvio dello scorso anno scolastico) i conti tornano: meno emissioni di inquinanti e meno auto sulla strada dalla Val Seriana a Bergamo. «Sono dati che ci soddisfano sicuramente, ora l'obiettivo è fare sempre meglio» commenta Gianni Scarfone, amministratore delegato di Teb. Anche perché se il tram va che è una bellezza, non altrettanto si può dire per il sistema a contorno, in primis i parcheggi d'interscambio: un disegno che sembra ancora approssimativo, a cominciare dall'assenza di quello d'attestazione ad Albino.

DIECIMILA PASSEGGERI AL GIORNO
Da un sondaggio compiuto in diversi giorni della settimana sull'utenza Teb, i viaggi medi al mese sono 234 mila, per un numero di passeggeri giornaliero di 4875 unità. O meglio, di teste, perché per arrivare ai famosi 10 mila passeggeri al giorno (traguardo tagliato nei mesi scorsi) bisogna moltiplicare questo dato per due, sulla scorta dell'assunto che l'utente-tipo fa un viaggio di andata e uno di ritorno.

IN CALO TUTTI GLI AGENTI INQUINANTI
E se più persone usano il tram, preferendolo alla moto o all'auto, si riducono le emissioni inquinanti. Per il monossido di carbonio si calcolano 23,3 tonnellate in meno l'anno, 4.863 quelle relative all'anidride carbonica. In calo anche le polveri sottili: 1,19 tonnellate in meno per il Pm 10, 86,4 chili per il Pm 2,5. Tutti dati che confermano come il trasporto pubblico, in particolare quello su ferro, sia il più valido deterrente all'inquinamento e alla congestione stradale. Come noto, Teb sta lavorando alla progettazione della linea T2, direzione Valle Brembana, ma risultati del genere forse impongono una riflessione su quelle che potrebbero essere le conseguenze (in positivo) del tram sulla viabilità cittadina, con riferimento alla linea T3 che dovrebbe attraversare il centro da via Corridoni al nuovo ospedale.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 25 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA