Contro la Rea vittoria a metà
Terzi: come faccio a spendere i soldi?

Sta facendo molto discutere la recente sentenza emanata dal Tribunale di Bergamo nella causa civile tra il Comune di Dalmine e la Rea Spa. La vicenda è ormai nota, così come l'importo che la holding dovrà corrispondere al Comune: un milione di euro per le royalties non adeguatamente corrisposte dal 2002, anno di entrata in funzione dell'inceneritore.

Nonostante l'art. 5 della convenzione stipulata nel 1998 parlasse chiaramente di 16 lire (0,00826 euro) da versare per ogni chilogrammo di rifiuto smaltito nell'impianto, Rea ha infatti sempre sostenuto di dovere all'Amministrazione comunale solo l'8% di quanto previsto dalla tariffa provinciale. Dopo anni di contenzioso, ora finalmente la sentenza parla chiaro, dichiarando le argomentazioni di Rea «… non condivisibili in quanto non in linea con il dato letterale e con la logica non ci sarebbe stato bisogno di fissare l'ammontare del contributo in lire 16 per poi dire che non poteva superare l'8%. In altri termini, si sarebbe fissato un tetto al contributo in misura inferiore a quella già determinata».

Accertata così l'inadempienza di Rea s.p.a., il Tribunale di Bergamo ha dunque condannato la società a pagare la somma di € 1.055.796,24, alla quale vanno aggiunti gli interessi dalla domanda al saldo, così come quantificato dall'espletata Consulenza Tecnica d'Ufficio. Una vittoria accolta positivamente dalla Giunta comunale ma che non manca di lasciare uno strascico di delusione.

«La notizia di questa sentenza – spiega il sindaco, Claudia Maria Terzi – è motivo di soddisfazione soprattutto perché arriva in un periodo davvero difficile dal punto di vista finanziario. Ciò non toglie – continua il primo cittadino – che l'adeguamento delle royalties era solo uno dei punti dibattuti». Come riportato anche nella sentenza, la controversia fra la Holding ed il Comune di Dalmine riguardava l'art. 18 della convenzione e, nello specifico, i versamenti che Rea avrebbe dovuto erogare nel periodo antecedente la messa in funzione dell'impianto, ossia dall'agosto 2001, quando cioè l'inceneritore aveva dato avvio alle prove a caldo necessarie per l'ottenimento dell'autorizzazione regionale e provinciale. Attività, questa, che Rea non considerava di «smaltimento rifiuti».

«Stando all'articolo 18 gli obblighi economici sono subordinati anche all'effettiva costruzione dell'impianto - chiarisce il sindaco - Evidentemente però anche il giudice ha ritenuto di basarsi solo sul formale inizio dell'esercizio dell'impianto contestuale al rilascio del nulla osta della Provincia di Bergamo».

Altra questione la domanda di indebito arricchimento ex art. 2041 c.c. formulata dal Comune di Dalmine e respinta dal Giudice perché tardiva. Come se non bastasse, a smorzare ulteriormente gli entusiasmi arriva anche la decisione del Tribunale di compensare tra le parti le spese di causa comprese quelle della C.T.U., questo in conseguenza del solo parziale accoglimento delle istanze presentate dall'Amministrazione.

«Credo sia normale un po' di amarezza di fronte all'accoglimento di una richiesta su tre ed all'addebito di parte delle spese processuali – conclude il primo cittadino – oltre tutto, ci sono ancora diverse cose da definire come le modalità di pagamento da parte di Rea, l'ammontare delle royalties ancora dovute per gli anni dal 2003 ad oggi e, ironia della sorte, come inserire questa nuova entrata nel bilancio comunale, considerati i vari vincoli previsti dalla finanziaria e dal patto di stabilità».

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