Dopo otto mesi riapre gli occhi
A 17 anni Tomaso ritorna a vivere

«In ospedale la dottoressa mi diceva: anche se ce la fa, sarà tutta una strada in salita. Ma oggi posso dire che è anche una salita bella da vedere». La sua scalata, Maria Carminati la sta affrontando con il figlio Tomaso Filosofi, 17 anni compiuti da poco. La loro è la storia di un risveglio. Il sonno, lungo e doloroso, è iniziato con lo schianto del 22 luglio 2008, buco nero di un'estate maledetta che a Premolo nessuno ha dimenticato.

Tomaso, all'epoca quindicenne, tornava da una serata al bowling, in auto con altri quattro amici, tutti animatori del Cre. Lungo la provinciale, a Gazzaniga, lo scontro: la Golf su cui viaggiano impatta frontalmente con un pickup, il cui conducente rimane ferito in modo non grave. Mauro Bana, 19 anni, e Pietro Rota, 18, amici di Tomi, invece, perdono la vita. L'incidente coinvolge pure un terzo veicolo, che viaggiava dietro il furgone: al volante c'è Claudio Bernini, di Vertova, oggi invalido al 100%.

Le condizioni di Tomaso, seduto sul sedile posteriore della Golf, appaiono subito gravissime. Per giorni la sua vita rimane sospesa. Lì accanto, aggrappata per non lasciarlo scappare c'è la mamma Maria. Quaranta giorni ai Riuniti, in terapia intensiva, poi il trasferimento nel centro specializzato di Bosisio Parini (Lecco). I mesi di attesa sono infiniti, ma a marzo 2009 Tomaso si sveglia. Anzi, come dice la sua mamma, «comincia a svegliarsi». Il cammino è lungo, al ritorno a casa si alternano altri periodi di ricovero, interventi chirurgici, terapie, ma i miglioramenti, per quanto lenti, sono visibili, e danno la forza di continuare.

Oggi Tomaso mangia da solo, sta iniziando a recuperare la capacità di bere, con le parallele riesce a camminare e il fisioterapista è sicuro di poterlo rimettere in piedi. «In un anno, la casa si è trasformata da ospedale in palestra. E questo è già un miracolo. Tomaso ha sempre saputo stupirmi, spero che continui a farlo. In questo senso dico che si sta ancora svegliando».

Per leggere tutta la storia di Tomaso leggi L'Eco di Bergamo del 30 ottobre

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