Parla Maroni: «Era solo un cartello
Brembate comunità accogliente»

«Non vorrei che un cartello messo da una persona che ha un atteggiamento che lo stesso sindaco di Brembate, un leghista, ha condannato e che io condanno diventi il simbolo di quella comunità, che è una comunità operosa e accogliente: la provincia che ha il maggior numero di extracomunitari regolari è quella di Treviso e al nord c'è un modello di integrazione. Poi ci sono i casi singoli, che sono però personali».

Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni, intervenendo a Radio 24 sulle reazioni quasi razziste di alcuni cittadini Brembate di Sopra per il coinvolgimento di un marocchino nella sparizione di Yara Gambirasio. «Comunque di Brembate non voglio parlare, le investigazioni sono
in corso ed è opportuno non farne un altro caso mediatico come ad
Avetrana. Nel caso di Lamezia Terme (il marocchino che ha ucciso domenica 7 ciclisti), invece - ha continuato il ministro - si tratta di un cittadino extracomunitario regolare, non di un clandestino: noi non abbiamo fermato chi viene a lavorare, ma abbiamo contrastato l'immigrazione clandestina. Poi se uno viene regolarmente, prende un lavoro, si droga e fa quello che fa, dovrà subire le conseguenze andando in galera, ma non
c'entra l'immigrazione clandestina».

«Su questo fronte invece ci siamo concentrati sugli sbarchi, con
l'accordo con la Libia che funziona benissimo: nell'anno
precedente l'intesa sono sbarcate circa 32.000 persone, nell'anno
successivo meno di 400», ha concluso Maroni.

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