Nomine Sanità, Amboni (Cgil) scrive:
sbagliata la discontinuità ai Riuniti

«Le nomine segnano l'uscita di scena del vecchio ceto dirigente bergamasco ex DC e la sua marginalità a livello regionale. Sbagliate la discontinuità ai Riuniti e la continuità a Seriate». Sono parole di Orazio Amboni, del Dipartimento Welfare della Cgil Bergamo.

«Le nomine segnano l'uscita di scena del vecchio ceto dirigente bergamasco ex DC e la sua marginalità a livello regionale. Sbagliate la discontinuità ai Riuniti e la continuità a Seriate. Dove sarebbe servito di più assicurare continuità e stabilità, per completare il lavoro di avvio del Nuovo Ospedale, è stata introdotta una traumatica discontinuità. Dove sarebbe servito maggiormente un ricambio, per interrompere i legami di dipendenza personale e potere che inevitabilmente si instaurano (anche nel sistema degli appalti, delle forniture, delle nomine e promozioni), cioè a Seriate, si è invece optato per una rigida continuità».

«La nomina dei nuovi direttori ha reso evidente il definitivo tramonto del vecchio ceto di potere della Dc bergamasca, che aveva governato la sanità nella nostra provincia, anche con qualche capacità di contrattazione nei confronti della Regione e del governo nazionale. Da un lato la Lega, dall'altro i fedeli a Formigoni e Cl, non bergamaschi, dall'altro ancora gli ex An, il quadro esclude totalmente i personaggi bergamaschi eredi, a destra, della Dc».

«Del resto, che la pattuglia di consiglieri regionali bergamaschi Pdl contasse assai poco nei rapporti di forza con Formigoni lo si era già visto nelle minori risorse per la spesa sanitaria e socio sanitaria (quota capitaria, investimenti, posti letto in Rsa, in riabilitazione...) rispetto ad altre province».

«Queste le principali osservazioni che si possono fare, dal lato bergamasco, sul fronte delle nomine sanitarie di questi giorni, in attesa che qualche segnale migliore arrivi con le nomine dei direttori sanitari, amministrativi e del direttore sociale dell'Asl».

«Più ancora che in passato, la vicenda delle nomine ha assunto l'aspetto di una lotta di potere dove i temi di contenuto e di prospettiva sono risultati assenti e così anche le valutazioni sulle qualità personali dei candidati. Se è giusto rivendicare il primato della politica (cioè della responsabilità pubblica) rispetto al modello dell'autonomia aziendal-manageriale (controriforma De Lorenzo), qui, però, più che condivisione di un progetto si è trattato di fedeltà organizzativa e spirito di parte (o, peggio, di sotto-componente), destinati poi a riversarsi a cascata su tutti i gradi dell'istituzione, anche dove l'appartenenza politica non dovrebbe avere alcun peso».

«Lo si è visto bene nel caso di Bonometti, il direttore generale dei Riuniti: tra tutti i direttori è quello che meno si è esposto politicamente e, al contrario, maggiormente ha investito sul suo ruolo tecnico. E l'ha pagata cara. Forse che il direttore di Treviglio si è particolarmente distinto per meritare la riconferma più di Bonometti? Nessuno si è accorto di suoi particolari meriti gestionali, anzi, gli ultimi pasticci sul Poliambulatorio di Ponte non deporrebbero affatto a suo favore, eppure...»

«A tagliare il nastro del Nuovo Ospedale dovrà essere un fedelissimo, e già prevediamo l'investimento di immagine e propaganda che accompagnerà l'evento, specie se si avvicinano le elezioni. Formigoni ha molto insistito sulle qualità personali dei candidati. Vedremo, da questo punto di vista speriamo in una discontinuità. Negli scorsi anni abbiamo dovuto subire la presenza di manager con vicende giudiziarie poco edificanti, o di altri con capacità personali non adeguate al ruolo. Forse si sarebbe rivelato più utile un rigoroso concorso per titoli ed esami».

Orazio Amboni
Cgil Bergamo Dipartimento Welfare

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