«Panda nera», tutto da rifare
La Cassazione annulla il 2° grado

Bassa, per la Panda Nera, è tutto da rifare. Lo ha deciso lunedì, in tarda serata, la Cassazione che ha annullato la sentenza di secondo grado e ha rinviato il processo all'altra sezione bresciana della Corte d'appello.

Bassa, per la Panda Nera, è tutto da rifare. Lo ha deciso lunedì, in tarda serata, la Cassazione che ha annullato la sentenza di secondo grado e ha rinviato il processo all'altra sezione bresciana della Corte d'appello. I giudici del palazzaccio di piazza Cavour hanno riconosciuto validi solo alcuni dei capi d'imputazione, quelli ritenuti tra i più marginali. Il resto delle imputazioni, a cominciare dall'associazione per delinquere, non ha invece retto all'esame della Corte suprema.

Torna così tutto in gioco, dal punto di vista giudiziario, nella vicenda che tra il novembre del 2005 e il giugno del 2007 aveva visto come protagonista una presunta banda di carabinieri e vigili della Bassa, capaci - secondo l'accusa - di mettere a segno una decina di spedizioni punitive usando spesso una Panda Nera.

Con la decisione della Cassazione di rinviare il processo nuovamente di fronte alla Corte d'appello, vengono così annullate anche le sentenze degli otto imputati che avevano scelto riti alternativi. 

L'inchiesta della Procura era partita all'inizio del 2007 su denuncia delle presunte vittime: 21 gli indagati, per alcuni dei quali nel luglio del 2007 erano scattate le misure cautelari. Oltre agli otto dei riti abbreviati sui quali si è pronunciata lunedì la Cassazione, ce ne sono altri otto che avevano scelto il rito ordinario: per questi ultimi il processo di primo grado si è concluso a novembre con 5 condanne e 3 assoluzioni (i restanti 5 avevano patteggiato o erano stati assolti in abbreviato in primo grado). Infine, i 4 ex carabinieri di Romano, accusati solamente della ricettazione della targa della Panda nera, erano stati assolti a dicembre.

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