Il vescovo Beschi al colpevole:
«Mi appello alla sua coscienza»

«Yara che abbiamo ritrovato nella sua morte non l'abbiamo però perduta. Questa ragazza è diventata segno di una comunità». Lo dice il vescovo di Bergamo monsignor FrancescoBeschi, facendo una riflessione sul terribile fatto di cronaca che ha colpito la Bergamasca.

«Yara che abbiamo ritrovato nella sua morte non l'abbiamo però perduta. Questa ragazza è diventata segno di una comunità». Lo dice il vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi, facendo una riflessione sul terribile fatto di cronaca che ha colpito la Bergamasca.

«Non vogliamo sottrarci al dolore con parole di consolazione che non sono capaci di consolare nessuno - continua monsignor Beschi -, ma vogliamo stare dentro a questo dolore». Il vescovo di Bergamo aveva incontrato la famiglia Gambirasio lo scorso 18 febbraio e subito dopo la scomparsa della ragazza aveva contattato telefonicamente i genitori per dimostrare la vicinanza della comunità bergamasca. Poi lo scorso 26 dicembre aveva celebrato la Messa a Brembate Sopra, per essere vicino ai cari di Yara, alla comunità intera e - aveva detto lui stesso - «perché non c'è posto più importante, ora, per pregare per la famiglia».

«Questi - ha continuato monsignor Beschi riferendosi al terribile omicidio - non sono gesti frutto del destino, ma frutto dell'uomo. Non vogliamo alimentare alcun tipo di vendetta, ma sappiamo che questo momento è oscuro». Poi monsignor Beschi si è rivolto alla famiglia Gambirasio: «Sto con la famiglia di Yara e con il loro dolore - ha detto -. Ho condiviso l'attesa e ora voglio stare vicino a loro non con le parole ma con la preghiera». Poi si è rivolto a chi ha commesso il terribile atto: «Mi appello alla coscienza di questa persona - ha continuato -. Questo fatto è inaccettabile non solo per la comunità, ma anche per chi lo ha compiuto».

Il vescovo Beschi, anche durante l'assemblea diocesana dell'Azione cattolica a cui ha partecipato, ha più volte parlato di Yara. Durante la celebrazione della Messa ha invitato a rivolgere la preghiera a Yara e alla sua famiglia, verso la quale ha espresso sentimenti di vicinanza. Il Vangelo domenicale di Matteo, in cui Gesù invita a non preoccuparsi per le cose terrene, è stata occasione per sollecitare a riflettere: «In questi momenti non ci sono parole» ha detto e l'invito è di raccogliersi nel silenzio a meditare. Anche durante l'intervento in assemblea monsignor Beschi ha raccontato come la notizia del ritrovamento di Yara sia avvenuto mentre sabato stava rientrando dal Libano dopo un viaggio compiuto con i sacerdoti bergamaschi. «All'aeroporto di Francoforte, riaccendendo i cellulari, abbiamo saputo cosa era accaduto. Dopo un'esperienza positiva appena conclusa la triste notizia ci ha riportato alla brutalità della realtà. Ora la comunità bergamasca deve attraversare e vivere questo dolore, chiedendosi come poterlo fare da cristiani».

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