È finita l'era della speculazione:
la casa si sceglie con accuratezza

«In paese la gente acquista la casa, in città il quartiere». Parola dell'immobiliarista Laura Feltri, che ha organizzato una serie di incontri con progettisti, costruttori ed esperti per ragionare sul mercato della casa post crisi.

«In paese la gente acquista la casa, in città il quartiere». Parola dell'immobiliarista Laura Feltri, che ha organizzato una serie di incontri con progettisti, costruttori ed esperti per ragionare sul mercato della casa post crisi.

Finita la speculazione, si torna al bene d'uso, oculatamente scelto.
Con la casa si vuole acquistare la miglior vivibilità quotidiana possibile. In paese, dove comunque il centro è vicino, il compratore cerca la casa «bella», con l'orto (di tendenza il portico), il più possibile rispondente al suo ideale estetico.

In città il compratore tende invece a scegliere prima «la zona», e qui cercare la casa giusta, disposto a qualche concessione sulla tipologia dell'abitazione. Il vecchio concetto di «quartiere servito dai mezzi pubblici e col supermercato» non basta più.

Conta la possibilità di muoversi a piedi, di ridurre al minimo i tempi morti degli spostamenti e di poter fare un giro in centro senza ricorrere all'auto. Ritmi di vita serrati e costo della benzina sono le prime cause: c'è chi calcola il risparmio dato negli anni dal non dover ricorrere all'auto per portare i figli a scuola.

La seconda richiesta è quella di avere intorno un paesaggio gradevole, possibilmente verde. Infine, per dirla con l'architetto Leonardo Togni, «le case brutte non le vuol più nessuno». E siccome negli ultimi trent'anni di case brutte si è spalmata la Bergamasca, ecco che l'acquirente preferisce comperare una casa vecchia e sistemarla.

Tutti i dettagli li trovi su L'Eco di Bergamo del 16 marzo

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