Viaggio sul pullman di Yara
I ragazzi: se ne è parlato troppo

«Vedevo Yara tutte le mattine qui, insieme alla sorella». Parla uno dei ragazzi in attesa alla fermata del pullman di Brembate Sopra. Aspetta l'autobus delle 7,26, lo stesso che prendeva la 13enne uccisa per raggiungere Bergamo e andare a scuola.

«Vedevo Yara tutte le mattine qui, insieme alla sorella». Parla uno dei ragazzi in attesa alla fermata del pullman di Brembate Sopra. Aspetta l'autobus delle 7,26, lo stesso che prendeva la 13enne uccisa per raggiungere Bergamo e andare a scuola. Scendeva in via Broseta, all'altezza della Croce rossa, a pochi passi dalla scuola media «Maria Regina» delle suore Orsoline di Somasca.

È soprattutto il bus per gli studenti: porta alle scuole di Ponte San Pietro, al polo scolastico di Presezzo, e poi fino in città. Della tragedia tutti parlano poco: «Ormai - racconta un altro giovane - in paese non si dice quasi più niente, se ne è parlato troppo, a volte anche a sproposito. Ora c'è attesa per il funerale, quello sì».

Una ragazza aggiunge: «Brembate è sempre stato un paese tranquillo, se mi guardo attorno penso che lo sia anche adesso. Sembra impossibile quello che è successo».
 
L'inchiesta per sbrogliare il terribile caso è passata anche tra i sedili di questo pullman: nei mesi scorsi, durante le ricerche, i carabinieri del Rac (Reparto analisi criminologiche) di Roma hanno indagato anche su questo bus azzurro, sui 27 minuti di tragitto.

Leggi tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 19 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA