Yara, il Garante per la privacy:
«Si rispetti l'appello dei genitori»

Il Garante per la privacy richiama i media a rispettare l'appello dei familiari di Yara Gambirasio e a non pubblicare foto e video della 13enne di Brembate Sopra ritrovata morta in un campo a Chignolo il 26 febbraio scorso, a tre mesi dalla sua scomparsa.

Il Garante per la privacy richiama i media a rispettare l'appello dei familiari di Yara Gambirasio e a non pubblicare foto e video della 13enne di Brembate Sopra ritrovata morta in un campo a Chignolo il 26 febbraio scorso, a tre mesi dalla sua scomparsa.

L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali infatti «invita tutti i mezzi di informazione e i media a prestare la massima attenzione all'accorata richiesta della famiglia di Yara Gambirasio affinché non si continui a diffondere fotografie o video di Yara».

«Tale diffusione - sottolinea il Garante - mentre ha il sicuro effetto di rinnovare il dolore di una famiglia, ben difficilmente può apparire oggi "davvero nell'interesse oggettivo del minore"».

Ovvero la condizione che esplicitamente l'articolo 7 comma 3 del Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica, anche richiamando la Carta di Treviso, indica come requisito essenziale di legittimità per la diffusione dei dati relativi ai minori.

«Requisito - ammonisce il garante - che va rispettato con particolare rigore quando si tratta di minori vittime di reati e violenze».

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