Caritas, 50 posti disponibili
per i migranti da Lampedusa

Bergamo è pronta ad accogliere i migranti che verranno trasferiti da Lampedusa. La nostra diocesi ha aderito all'appello del segretario generale dei vescovi italiani, monsignor Mariano Crociata. A Bergamo potranno essere accolte cinquanta persone.

Bergamo è pronta ad accogliere i migranti che verranno trasferiti da Lampedusa sul continente. Anche la nostra diocesi, infatti, ha aderito all'appello del segretario generale dei vescovi italiani, monsignor Mariano Crociata, che venerdì aveva messo a disposizione del governo, tramite le Caritas, 2.500 posti per i migranti. Tra le 98 diocesi italiane che si sono rese disponibili c'è anche Bergamo, dove potrà essere accolta una cinquantina persone. Nessuna tendopoli, ma l'ospitalità sarà garantita nelle diverse strutture che Caritas già impiega sul fronte immigrazione e nuove povertà.

In campo San Vincenzo e Ruah «Già da un mese sono stato contattato da Caritas Italiana – conferma don Claudio Visconti direttore della Caritas diocesana bergamasca – che ci chiedeva la disponibilità per dare accoglienza ai migranti. In accordo con il Patronato San Vincenzo e la cooperativa Ruah, abbiamo dato la nostra disponibilità per una cinquantina di posti, sia per uomini che donne. Inoltre, su richiesta della Prefettura, ci stiamo attivando per aumentare il numero di posti disponibili». Per il momento, però, non c'è ancora stata alcuna segnalazione dalle autorità competenti per dare ospitalità a qualche migrante. Comunque qualora anche nella Bergamasca dovessero arrivare, da un momento all'altro, migranti dalla Tunisia o da altri Paesi, la macchina operativa della Caritas è pronta. «Siamo pronti ad accogliere queste persone secondo lo stile Caritas, cioè non solo con un alloggio e i pasti, ma anche promuovendo la persona e con la costante presenza di educatori e mediatori nelle strutture dove alloggeranno» sottolinea don Claudio Visconti. Il problema ora è di capire con quale status giuridico saranno riconosciuti i migranti che arriveranno a Bergamo. «È fondamentale che oltre all'accoglienza ci sia un riconoscimento giuridico – aggiunge il direttore della Caritas bergamasca – perché, a seconda del loro status, noi possiamo attivare dei percorsi per queste persone. Se sono dei richiedenti asilo, per esempio, hanno bisogno di un aiuto burocratico, se avranno un permesso di lavoro, ci attiveremo per aiutarli nella ricerca di un impiego e così via». Fino ad ora, comunque, solo un tunisino si è presentato in autonomia agli sportelli del Consiglio Italiano per i Rifugiati – Cir – di via Gavazzeni 3 per fare richiesta di asilo politico in Italia. «Settimana scorsa è arrivato da noi il primo e unico immigrato dalla Tunisia che ha fatto richiesta d'asilo – conferma il coordinatore provinciale del Cir, Bruno Goisis – siamo pronti a dare assistenza burocratica a quanti ne faranno richiesta, sottoponendola poi alle autorità competenti».

Dal Solco altri 40 posti Oltre alla diocesi, tramite la Caritas bergamasca, in campo per l'emergenza c'è anche il consorzio Solco-Città Aperta. Il consorzio delle cooperative sociali di Bergamo e hinterland mette a disposizione altri quaranta posti in strutture protette. Ovvero, proprio come nel caso della Caritas, coloro che arriveranno a Bergamo, oltre ai pasti e all'alloggio, potranno frequentare un corso d'italiano e saranno seguiti da educatori, mediatori linguistici e culturali.

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