Yara, «il terriccio sui suoi vestiti
non è quello di Chignolo d'Isola»

Yara non sarebbe stata uccisa nel campo di Chignolo, dove è stata trovata tre mesi dopo la scomparsa. Lo sostiene il settimanale «Oggi», in un articolo di Giangavino Sulas. Il terriccio sui vestiti di Yara sarebbe incompatibile con quello di Chignolo.

Yara non sarebbe stata uccisa nel campo pieno di sterpaglie di Chignolo d'Isola, dove è stata trovata tre mesi dopo la scomparsa. Lo sostiene il settimanale «Oggi» (mercoledì in edicola) in un articolo a firma del giornalista bergamasco Giangavino Sulas, che da tempo segue da vicino la vicenda di Yara per il settimanale milanese.

Secondo quanto risulta a Sulas, sui vestiti della ragazza il pool di specialisti che affianca l'anatomopatologa Cristina Cattaneo, all'Istituto di medicina legale di Milano, avrebbe trovato tracce di terriccio incompatibile con il terreno del campo di Chignolo.

Yara quindi sarebbe stata aggredita e uccisa altrove. Per questa ragione sui suoi vestiti sarebbe rimasta traccia di terra diversa da quella del campo di Chignolo. Poi la 13enne sarebbe stata portata e abbandonata in quel campo vicino a una discoteca. Il tempo e le condizioni atmosferiche, conclude il settimanale, hanno cancellato eventuali segni di trascinamento del corpo.

La questione è di non poco conto, anche perchè emerge un ulteriore interrogativo. Se il terriccio trovato addosso a Yara non corrisponde a quello del campo di Chignolo, gli inquirenti con quale altro possono confrontarlo? Un problema in più per una vicenda che diventa ogni giorno sempre più misteriosa e intricata.

Il pubblico ministero che conduce l'inchiesta, Letizia Ruggeri, non smentisce categoricamente la notizia di stampa: «E' una delle ipotesi che stiamo valutando. Del resto non c'è nulla di definitivo. Le ipotesi e le deduzioni a cui lavoriamo sono molte».

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