Poli, folla commossa in Cattedrale
«Il tuo esempio non ci lascerà»

Una folla commossa ha preso parte, martedì pomeriggio nella Cattedrale di Bergamo, in Città Alta, ai funerali di Fabio Poli, tragicamente scomparso sabato pomeriggio in un drammatico incidente stradale lungo via della Fara.

Una folla commossa ha preso parte, martedì pomeriggio nella Cattedrale di Bergamo, in Città Alta, ai funerali di Fabio Poli, tragicamente scomparso sabato pomeriggio in un drammatico incidente stradale lungo via della Fara. Moltissimi coloro che sono stati costretti a seguire le esequie stando in piedi. Si può dire che tutta Città Alta si sia stretta attorno al dolore dei familiari.

Straziante il saluto della sorella Loredana che, nonostante il dramma di queste ore, ha trovato la forza di far sentire la propria voce, invitando tutti a non dimenticare Fabio. «Pensando ai suoi sogni - ha detto tra l'altro - mi piace sottolineare il fatto che Fabio non abbia mai rinunciato a preservarli tenacemente. Ciò che Fabio ha seminato tra noi, non ci lascia, e può germogliare ancora, e ancora, con l'impegno, la tenacia e la speranza che ciascuno può dispiegare. È con questo spirito - ha concluso Loredana Poli - che vi chiedo di pensare non tanto "c'ero anch'io", ma piuttosto "ci sarò"».

Molti i messaggi di solidarietà alla famiglia letti durante il rito funebre, cui hanno preso parte anche il sindaco di Bergamo, Franco Tentorio, e la senatrice Alessandra Gallone. Tutti, comunque, uniti nel sottolineare la prontezza e la gratuità nello spendersi verso gli altri e i loro bisogni.

Il rito funebre è stato concelebrato dal parroco del Duomo, monsignor Giuseppe Sala, dal parroco di Santa Grata inter vites in Borgo Canale, don Alessio Romano, dal viceparroco di Santa Lucia, don Alessandro Raccagni, dal canonico della Cattadrale monsignor Gianluca Rota, e dal viceparroco della Cattedrale, don Gianluca Brescianini.

Sua l'Omelia che ha puntato molto sulla fede incrollabile che ha sempre animato Fabio Poli, «un uomo - ha commentato don Brescianini - che praticava davvero il Vangelo del Risorto». Spesso Fabio si interrogava a fondo sui dubbi della Fede - ha sottolineato don Gianluca - «ma partendo sempre dalla convinzione che la vita va spesa tutta per gli altri». Una personalità profonda la sua, non banale, da anni impegnata per il sostegno di una rete sociale a favore dell'handicap, «una rete in cui lui credeva molto e per la quale spingeva sempre nel tentativo di rafforzarla ogni giorno di più».

Fabio Gustavo Poli, sposato dal '92, abitava in via Borgo Canale con la moglie e i due figli, un maschio di 17 anni e una bambina di 11. Bergamasco di nascita, aveva due sorelle e il papà Carlo, scomparso, era un noto architetto.

Come attività primaria faceva il pubblicitario: in qualità di grafico designer creava le immagini per promuovere i prodotti delle aziende, ma molti lo ricordano per il suo grande impegno in campo sociale, in particolare per aver promosso il progetto Senzacca, nato circa 8 anni fa, con sede nel Seminarino di Città Alta, e finalizzato ad attivare in rete, nei vari quartieri della città, iniziative a favore dei disabili.

«Fabio era la vera e propria mente delle iniziative di questa associazione - dice Irma Gervasoni, anche lei promotrice del progetto Senzacca - soprattutto quelle nuove. Fra queste stava emergendo la prospettiva di creare un centro di micro-residenzialità per i disabili, che poi era un po' il suo sogno. Proprio qualche giorno fa tale progetto era stato firmato dai genitori dei giovani disabili e stava cercando di accelerarne le procedure. Ma il tragico incidente di cui è rimasto vittima non gli ha dato il tempo di portarlo a compimento. È un progetto che credo, se non altro per lui, si debba far proseguire».

«Il punto principale fatto presente all'ente pubblico dai familiari delle persone con disabilità - aggiunge Elena Carnevali, ex assessore ai Servizi sociali, anche lei impegnata nel progetto - è stato quello di farsi carico di questa condizione, non solo nella logica del trovare spazi istituzionalizzati, ma di fare in modo che la quotidianità del vivere, l'amicizia, il gioco, la relazione con gli altri, trovasse una dimensione che non fosse esclusivamente a carico della famiglia o dell'assessorato ai Servizi sociali. Il progetto Senzacca ha tratto l'ispirazione di base dal lavoro sul territorio, articolato su tutta la città, con specifiche équipe su ogni quartiere per elaborare progettualità da mettere in campo».

«Anche a livello di interessi personali - dicono alcuni parenti dello scomparso - la sua attività extraprofessionale era concentrata nel sociale per far inserire i ragazzi nella società senza l'acca, cioè senza handicap. Era sempre pronto a sacrificarsi pur di andare incontro agli altri».

Non a caso si era candidato nella lista Tentorio alle comunali del 2009. Avendo trovato chi condivideva i suoi obiettivi, sua intenzione era quella di intensificare, attraverso l'impegno politico, l'attività di sviluppo e sostegno rivolta alle persone più deboli.

Dopo il rito funebre Fabio Poli è stato sepolto nel cimitero di Bergamo.

Guardando il sito di Fabio Poli, si vede un tizio che dorme sul divano con la scritta «Non stiamo dormendo, ma pensando a qualcosa per comunicare con voi...»: in fondo, per tutti i suoi amici, Fabio non sta dormendo, ma sta pensando a qualcosa con cui poter ancora comunicare con loro.

Sabato scorso, il quarantacinquenne di Bergamo, mentre percorreva sul suo maxiscooter via della Fara, in Città Alta, si era scontrato con un'auto che usciva da un parcheggio laterale. A seguito del violentissimo impatto è finito sull'asfalto. Trasportato agli Ospedali Riuniti di Bergamo, è deceduto poco dopo a causa dei gravi traumi riportati.

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