Calcioscommesse: nuovi elementi
Ecco la bufala dei cellulari cinesi

«È stato fornito un esauriente quadro di insieme e nei prossimi giorni si potrebbero aprire nuove ipotesi di lavoro». Così il capo della squadra mobile della Polizia di Cremona dopo gli interrogatori. E si svela la bufala dei cellulari cinesi non rintracciabili.

«È stato fornito un esauriente quadro di insieme e nei prossimi giorni si potrebbero aprire nuove ipotesi di lavoro che potrebbero riguardare altri eventi, sono venuti fuori elementi importanti per noi». Così il capo della squadra mobile della Polizia di Cremona, Sergio Lo Presti, in merito agli interrogatori effettuati ieri nell'ambito dell'inchiesta sul calcio-scommesse.

Lo Presti conferma così indirettamente che ci sono altre partite nel mirino degli investigatori e poi parla anche di Daniele De Rossi, il cui presunto coinvolgimento è stato categoricamente smentito.

«Non so come possa essere venuto fuori il suo nome, sicuramente non dagli uffici investigativi nè da quelli giudiziari, anche per me resta un mistero e una sorpresa questa notizia che poi è stata subito smentita».

Lo Presti ha spiegato che verranno ultimati gli interrogatori e confermato «che giravano tanti soldi, puntate per milioni di euro. Nel calcio è vero c'è la passione della gente, ma c'è anche un grande giro di danaro che, purtroppo, spesso e volentieri, comporta interferenze non lecite come in questo caso».

Dalle carte dell'inchiesta che ha portato all'arresto di 16 persone emerge come la banda ha tentato di influenzare non solo gli incontri di A, B e Lega pro di cui fino ad ora si aveva conoscenza.

Alcuni degli indagati avrebbero usato anche cellulari cinesi per tentare di sfuggire alle eventuali intercettazioni. Alcuni dei coinvolti sarebbero andati a comperarli alla Chinatown di Milano, nella zona di via Paolo Sarpi: qui ci sono negozi che vendono telefoni che secondo alcuni sono a prova di intercettazioni, fatto evidentemente non vero, o non registrati o intestati ad altri, magari immigrati.

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